La crisi causata dal Covid inizia a presentare il conto al mondo delle piccole e medie imprese. Per molte attività le entrate sono crollate e la cassa non basta. A questo si aggiunge la chiusura dei rubinetti dei finanziamenti. Lo scenario è drammatico.

La fotografia l'ha scattata la Cgia di Mestre: secondo l'associazione di artigiani, sono poco meno di 8.000 (7.721 per l'esattezza, 240mila a livello nazionale) le imprese che presentano esposizioni bancarie deteriorate. La provincia di Sassari, con oltre 2800 imprese, guida la speciale classifica in Sardegna, seguono quella Cagliari con 2137, il Sud Sardegna con 1255, quindi Nuoro con 931, infine Oristano con 595. In tutti i casi, si tratta di aziende e partite Iva catalogate come insolventi dalla Centrale dei rischi della Banca d'Italia. Una condizione che di fatto pregiudica, per legge, a queste aziende di accedere ad alcun prestito erogato dalle banche e dalle società finanziarie.

Per evitare che queste aziende vadano in default, occorre "incentivare il ricorso al 'Fondo per la prevenzione' dell'usura. Uno strumento presente da decenni, ma poco utilizzato, anche perché sconosciuto e con scarse risorse economiche a disposizione", spiega Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio Studi della Cgia. Il "Fondo di prevenzione" prevede due tipi di contribuzione. La prima è destinata ai Confidi a garanzia dei finanziamenti concessi dalle banche alle attività economiche. La seconda è riconosciuta alle fondazioni o alle associazioni contro l'usura che sono riconosciute dal Mef.

A pesare, in questo momento, sono le scadenza fiscali di luglio: sono queste l'"innesco" che attiva molte aziende a corto di liquidità a "contattare" o a essere "contattate" dalle organizzazioni criminali, che da sempre possono contare su importanti disponibilità di denaro proveniente da attività illegali. Fino al 31 luglio ci troveremo di fronte a un vero e proprio ingorgo fiscale. A seguito dello slittamento delle scadenze avvenuto nei mesi scorsi a causa del Covid, saranno ben 246 le scadenze fiscali (Irpef, Irap, Ires, Iva, ritenute e contributi Inps) che le aziende saranno chiamate a rispettare.
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