Nuovo documento con ulteriori modifiche da parte del governo sulle pensioni.

A presentarlo ai sindacati il premier Paolo Gentiloni nel corso della prima parte del nuovo round di oggi con Cgil, Cisl e Uil. Nella nuova stesura infatti, a quanto si apprende, ci sarebbero alcune novità: al problema dei giovani e delle donne sarebbe stato dedicato un passaggio del documento non contemplato nella versione precedente.

I GIOVANI - Il governo "offre" a Cgil, Cisl e Uil anche la prosecuzione "prioritaria" di un dialogo su come assicurare una pensione adeguata ai giovani nel rispetto dei "vincoli di bilancio e della sostenibilità di medio e lungo periodo della spesa pensionistica e del debito".

"Il governo concorda sulla necessità di dare priorità alla discussione sui temi della sostenibilità sociale dei trattamenti pensionistici destinati ai giovani al fine di assicurare l'adeguatezza delle pensioni medio-basse nel regime contributivo, con riferimento sia alla pensione anticipata che a quella di vecchiaia", si legge.

LE DONNE - "Allargamento dei requisiti di accesso alla prestazione per le lavoratrici con figli al fine di avviare il processo di superamento delle disparità di genere e dare un primo riconoscimento al valore sociale del lavoro di cura e maternità svolto dalle donne".

Questo, a quanto si apprende, un altro impegno per il 2018 che il governo avrebbe formalizzato.

Il documento inoltre conferma, con l'obiettivo di consentire in prospettiva la messa a regime dell'Ape social al termine della sperimentazione, "l'accantonamento in un apposito fondo dei risparmi di spesa, come eventualmente accertato nel 2019 attraverso la rideterminazione delle previsioni di spesa nell'ambito dei limiti di spesa programmati".

I LAVORI GRAVOSI - Sarebbero stati inclusi tra i lavori pesanti, esclusi dall'aumento dell'età pensionabile dal 2019, anche i siderurgici di prima fusione.

Inoltre è stata stabilita la partecipazione certa delle parti sociali alle due commissioni, quella che dovrà innovare il meccanismo con cui calcolare l'impatto delle aspettative di vita sull'età di pensionamento e quella che studierà la separazione tra previdenza e assistenza.

CAMUSSO: "NON BASTA" - "È stata una occasione persa dal governo. La vertenza previdenziale per noi resta aperta e gli interventi fatti non chiudono il capitolo previdenziale. Per sostenere questo giudizio il prossimo 2 dicembre avremo una mobilitazione generale".

Il leader della Cgil, Susanna Camusso, lo afferma in occasione della conferenza stampa al termine dell'incontro.

Un giudizio negativo, dunque, anche rispetto alla legge di bilancio.

"La distanza tra la proposta di oggi e gli impegni assunti dal governo nella fase due del confronto sono assolutamente evidenti, come è evidente che mentre l'obiettivo doveva essere un intervento per correggere l'iniquità del sistema previdenziale, il governo invece continua a muoversi per deroghe che rendono incerto il sistema previdenziale".

Il documento del governo rappresenta "una occasione persa soprattutto in termini di prospettiva di sistema", attacca Camusso, che ricorda come il confronto si sia mosso "in uno schema di risorse strette".

Ed è proprio questo che la Cgil critica nella legge di bilancio: "La scarsità di risorse non è un dato in sè ma figlio ed effetto di scelte fatte".

GLI ALTRI SINDACATI - Di altro avviso Anna Maria Furlan (Cisl) che giudica "il percorso che ci ha prospettato il governo e la sintesi del lavoro assolutamente positiva".

Secondo la sindacalista "aver messo in sicurezza tanti lavoratori per cui lo scatto c'era è un buon lavoro che va tutelato. Bisogna stare con i piedi per terra".

Il giudizio di Carmelo Barbagallo (Uil) è invece "articolato". "Se partiamo dalla valutazione che le risorse sono scarse, abbiamo fatto il massimo possibile con le condizioni economiche date. Abbiamo aperto una breccia sulla rigidità della legge Fornero".

(Redazione Online/D)

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