Il nuovo decreto per la denominazione di panificio, pane fresco e pane conservato premia il sacrificio di migliaia di panificatori, ma serve una norma più ampia che combatta l'abusivismo dilagante nel settore.

Questa la posizione espressa dalla Cna Alimentare Sardegna a proposito del Dl 131/2018, emanato dal ministero dello Sviluppo economico e che entrerà in vigore il prossimo 19 dicembre.

La norma disciplina la denominazione di "panificio", di "pane fresco" e dell'adozione della dicitura "pane conservato", con lo scopo di eliminare per i consumatori qualsiasi possibilità di confusione sui prodotti esposti sugli scaffali, ed è rivolta specificamente ai panifici.

"Finalmente un decreto disciplina a livello nazionale questa materia", ha commentato Alessia Demurtas, titolare di un panificio di Villagrande Strisaili e rappresentante della Cna Alimentare nel Tavolo del pane, "è un bene che il pane fresco venga finalmente distinto da quello precotto e congelato: questo decreto valorizza il lavoro degli artigiani che fanno una vita particolarmente dura lavorando ogni notte compresi i fine settimana per produrre il pane fresco".

Eppure, secondo la Demurtas, "è necessaria una norma un più ampia che combatta l'abusivismo, una piaga sociale che oltre a comprensibili problemi di ordine igienico-sanitario per i consumatori genera delle grandi storture anche dal punto di vista fiscale ed economico".

Tale legge generale, precisa comunque la responsabile Cna Alimentare Sardegna Maria Antonietta Dessi, è attualmente già in discussione al Senato e dovrebbe in futuro disciplinare con maggiore precisione tutto il settore della panificazione.

(Unioneonline/F)
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