Sono un centinaio i ricercatori coinvolti nella stesura del Dossier Statistico Immigrazione 2018, che fornisce nuovi dati sulle migrazioni da e verso l'Italia e diversi punti di vista attraverso cui leggere queste informazioni.

Il rapporto, redatto a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS in partenariato con il Centro Studi Confronti e con la collaborazione di Unar, e il sostegno del fondo Otto per Mille della Tavola valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi, spiega che secondo le Nazioni Unite, "dei 7 miliardi e 600 milioni di persone che, a fine 2017, costituiscono la popolazione mondiale, oltre 1 su 30 è un migrante".

Si tratta di 258 milioni di individui e in due anni questo numero è aumentato di 14 milioni, con un futuro in crescita.

LA PROVENIENZA - Di quei migranti, l’81,6% è rappresentato da abitanti del Sud del mondo, spinti a muoversi soprattutto per motivi economici.

Se, in generale, "i primi Paesi per numero di emigrati nel mondo sono l’India (con 16,6 milioni), il Messico (13 milioni), la Russia (10,6), la Cina (10) e il Bangladesh (7,5), tra i soli profughi che cercano salvezza fuori dal proprio paese 1 su 3 proviene dalla Siria (che conta oltreconfine 6,3 milioni di rifugiati riconosciuti, cui si aggiungono quasi 150mila richiedenti asilo, mentre altri 6,2 milioni sono gli sfollati interni), seguita da Afghanistan e Sud Sudan (ciascuno con circa 2,5 milioni di profughi espatriati), quindi da Myanmar e Somalia (ognuno con circa 1 milione").

Una tabella sui residenti stranieri in Ue (foto Dossier Statistico Immigrazione 2018)
Una tabella sui residenti stranieri in Ue (foto Dossier Statistico Immigrazione 2018)
Una tabella sui residenti stranieri in Ue (foto Dossier Statistico Immigrazione 2018)

LA DISTRIBUZIONE - "Contrariamente a quanto comunemente si pensa, nel mondo l’accoglienza dei rifugiati grava in misura massiccia (85% dei casi) sui Paesi in via di sviluppo - prosegue il rapporto -: per il quarto anno consecutivo, a causa della guerra nella confinante Siria e degli accordi con l’Ue, è la Turchia a ospitarne il numero maggiore (3,5 milioni, cui si aggiungono 300mila richiedenti asilo), seguita dal Pakistan con 1,4 milioni (quasi tutti afghani), dall’Uganda con 1.350.000 (un numero cresciuto di 400mila unità in un anno e di cui 1 milione proviene dal Sud Sudan e 230mila dalla Repubblica Democratica del Congo), dal Libano con 1 milione (in maggioranza siriani), dall’Iran con 980mila (per lo più afghani).

Gli esperti ricordano anche che, secondo l’ultima relazione della Commissione parlamentare Jo Cox sulla xenofobia e il razzismo, l’Italia è il Paese con il più alto tasso di disinformazione sull’immigrazione. Sullo stesso tema, un sondaggio dell'istituto Cattaneo condotto quest'anno spiega che gli italiani risultano i cittadini europei con "la percezione più lontana dalla realtà riguardo al numero di stranieri che vivono nel Paese, credendo che ve ne siano più del doppio di quelli effettivamente presenti".

L'ITALIA - Nell'Unione europea a 28 Stati, gli stranieri sono 38,6 milioni (di cui 21,6 non comunitari) e incidono per il 7,5% sulla popolazione complessiva. L'Italia non risulta lo Stato con il più alto numero di immigrati né quello che ospita più rifugiati o richiedenti asilo.

Con circa 5 milioni di residenti stranieri (5.144.000 a fine 2017, secondo l’Istat), "viene dopo la Germania, che ne conta 9,2 milioni, e il Regno Unito, con 6,1 milioni, mentre supera di poco la Francia (4,6 milioni) e la Spagna (4,4)".

L’incidenza più alta in realtà si registra nel Lussemburgo, dove gli stranieri sono quasi la metà di tutti i residenti (47,6%).

In Italia, invece, l'incidenza aumenta di pochissimi decimali l’anno, soprattutto a causa della diminuzione della popolazione italiana, sempre più anziana, meno feconda e tornata a emigrare verso l’estero.

IDOS stima in 5.333.000 il numero effettivo di cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia, 26.000 in meno rispetto alla stima del 2016.

I soggiornanti non comunitari, in particolare, sono – secondo il ministero dell’Interno e l’Istat – 3 milioni e 700mila, un numero quasi invariato da 3 anni, anche per la consistente diminuzione di quelli sbarcati ottenuta anche al prezzo di un ampio aumento dei morti in mare.

Secondo l’Oim, tra gennaio e settembre 2018 sono stati 1.728 in tutto il Mediterraneo, di cui 3 su 4 (1.260) nella sola rotta tra Libia e Italia.

Tra i residenti stranieri in Italia, le donne sono leggermente più degli uomini, circa il 52%. In gran parte arrivano da un Paese europeo, mentre un quinto viene dall'Africa e ancora meno dall'Asia.

"I romeni costituiscono la collettività di gran lunga più numerosa (1.190.000 persone, pari al 23,1% di tutti i residenti stranieri), seguiti da albanesi (440mila e 8,6%), marocchini (417mila e 8,1%), cinesi (291mila e 5,7%) e ucraini (237mila e 4,6%)".

I migranti sbarcati in Italia negli ultimi due anni (foto Dossier Statistico Immigrazione 2018)
I migranti sbarcati in Italia negli ultimi due anni (foto Dossier Statistico Immigrazione 2018)
I migranti sbarcati in Italia negli ultimi due anni (foto Dossier Statistico Immigrazione 2018)

IN TESTA IL CENTRO-NORD - L'area in cui sono distribuiti è in particolare il centro-nord, circa il 33,6%, con in testa la Lombardia (1.154.000 residenti stranieri, il 22,9% del totale nazionale), seguita da Lazio (oltre 679.000 e 13,5%), Emilia Romagna (536.000 e 10,6%, cui si aggiunge il primato della incidenza più alta, a livello nazionale, sulla popolazione complessiva: 12,0%), Veneto (più di 487.000 e 9,7%) e Piemonte (circa 424.000 e 8,4%).

IL LAVORO - Un altro aspetto messo in luce dal dossier è il lavoro: "La credenza che gli immigrati rubino il lavoro agli italiani - si legge - è, da anni, smentita dalla realtà: dei 2.423.000 occupati stranieri nel 2017 (10,5% di tutti gli occupati in Italia), ben i due terzi svolgono professioni poco qualificate o operaie (nelle quali sono rispettivamente un terzo e un ottavo degli addetti), siano esse nel settore dei servizi, dove i lavoratori stranieri si concentrano per oltre i due terzi (67,4%), o in quelli dell’industria e dell’agricoltura (dove trovano impiego rispettivamente nel 25,6% e nel 6,1%)".

I disoccupati stranieri, invece, sono calcolati in 406mila, un settimo di tutte le persone in cerca di occupazione nel nostro Paese.

(Unioneonline/s.s.)
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