La lotta all'evasione ha portato nelle casse dello Stato 19 miliardi di euro nel 2016. Si tratta di un record assoluto, che corrisponde a un incremento del 28% sull'anno precedente.

Nel complesso, l'Erario ha registrato un gettito che "secondo le prime stime è pari a oltre 450 miliardi di euro, rispetto ai 436 miliardi del 2015 e ai 419 del 2014". Lo ha dichiarato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, intervenendo alla presentazione dei risultati dell'Agenzia delle Entrate.

In particolare – come ha precisato il direttore dell'Agenzia, Rossella Orlandi – "sono stati recuperati 4,3 miliardi dalla voluntary disclosure (collaborazione volontaria, ndr), grazie a una certosina attività di controllo".

Il ministro ha colto l'occasione per rivendicare l'azione del governo in materia fiscale, sottolineando che l'esecutivo "non strizza l'occhio agli evasori ma alle aziende e ai contribuenti onesti, aiuta ad adempiere, a non sbagliare e a correggere gli errori, senza approcci inutilmente punitivi".

"Ci sono diversi tipi di evasione e a ognuno deve corrispondere un'azione diversa", ha quindi commentato Padoan, secondo cui "una forma particolarmente odiosa e preoccupante è l'evasione internazionale, in quelli che venivano definiti paradisi fiscali". Un fenomeno che va contrastato attraverso "la trasparenza e l'azione internazionale, e il nostro Paese ha fatto molto in questi anni per mettere la parola fine al segreto bancario".

Il titolare del Tesoro ha quindi comunicato che al prossimo G7 dei ministri delle Finanze - in programma a Bari a metà maggio - si discuterà della tassazione delle multinazionali digitali, la cosiddetta web tax: "Vedremo quali sono le forme possibili e concrete di cooperazione internazionale".
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