"Egregio signor Prefetto, la segreteria sindacale di categoria intende portare ancora una volta a Vostra conoscenza e dell'Assessorato Regionale alla Sanità l'incresciosa situazione in cui versano i lavoratori di tutte le strutture Aias dell'isola i quali ormai non riescono a far fronte nemmeno alle spese per il sostentamento quotidiano della propria famiglia. Questo a causa del mancato percepimento degli emolumenti da parte dell'azienda che da tempo, di fatto, scarica totalmente su di essi il proprio rischio d'impresa".

È l'inizio della lettera con cui la segreteria regionale della Cisl Funzione Pubblica dichiara ufficialmente lo stato d'agitazione di tutti i dipendenti Aias impiegati nelle 43 strutture sarde.

Una fibrillazione che potrebbe preludere ad uno sciopero a pochi giorni dall'incontro tra le parti (previsto in Prefettura il 31 marzo) con il quale dovrebbe essere deciso se l'azienda potrà o meno proseguire la propria attività in convenzione con il sistema sanitario regionale.

Nella comunicazione inviata a Prefettura, Assessorato alla Sanità, direzione Aias, dipendenti e alla Commissione Nazionale di Garanzia il segretario generale Davide Paderi e il regionale Massimo Cinus scrivono anche che "l'Aias sta disattendendo gli impegni presi in Prefettura a dicembre sul pagamento delle pendenze".

Sono sempre 9 le mensilità arretrate e per l'ultimo pagamento, relativo alla mensilità di dicembre 2018, ci sono volute due tranches: il 7 e il 21 febbraio.

Da allora non c'è stata alcuna nuova comunicazione dell'azienda riguardo al prossimo pagamento. In una precedente nota la direzione Aias aveva comunicato ai propri dipendenti di "non poter stabilire una data per la successiva erogazione in quanto la Regione non aveva saldato all'azienda le prestazioni effettuate nelle ultime tre mensilità del 2018 e i Comuni (oneri comunque spettanti all'Ats) non avevano provveduto ai pagamenti di tutto il 2018".
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