Il 18,3% dei lavoratori della Sardegna potrebbe vedere a rischio il proprio posto a causa dello sviluppo e della progressiva diffusione dell’Intelligenza Artificiale.

La stima – è l’allarme – sono di Confartigianato, che sottolinea come «le professioni più esposte sono quelle maggiormente qualificate e a contenuto intellettuale e amministrativo, a cominciare dai tecnici dell'informazione e della comunicazione, dirigenti amministrativi e commerciali, specialisti delle scienze commerciali e dell'amministrazione, specialisti in scienze e ingegneria, dirigenti della pubblica amministrazione, mentre tra le attività lavorative a minor rischio vi sono quelle con una componente manuale non standardizzata».

Sempore secondo la rilevazione di Confartigianato «l'espansione dell'intelligenza artificiale insidia il 25,4% dei lavoratori in ingresso nelle imprese nel 2022, pari 1,3 milioni di persone».

Per le piccole imprese fino 49 addetti la quota è del 22,2%, pari a 729.000 persone. Ma in totale in Italia saranno più 8 milioni i lavoratori a rischio in ogni comparto.

Per quanto riguarda il dato regione per regione, «la maggiore percentuale di personale in bilico si registra nel centro-nord, con in testa la Lombardia (35,2% degli occupati assunti nel 2022 più esposti a impatto IA), seguita dal Lazio (32%), Piemonte e Valle d'Aosta (27%), Campania (25,3%), Emilia Romagna (23,8%), Liguria (23,5%). A seguire le altre regioni: Sicilia (23,2%), Friuli Venezia Giulia (22,9%), Veneto (22,6%), Toscana (21,1%), Calabria (20,8%), Trentino Alto Adige e Umbra (19,9%), Puglia (19,8%), Molise (18,6%), Marche (18,4%), la già citata Sardegna (18,3%), Abruzzo (17,5%) e infine la Basilicata (16,7%).

«L'intelligenza artificiale – evidenzia ancora Confartigianato – è l'arma che le imprese stanno sfruttando per ottimizzare le proprie attività. In particolare, il 6,9% delle nostre piccole aziende utilizza robot, superando il 4,6% della media europea e, in particolare, doppiando il 3,5% della Germania. Inoltre, il 5,3% delle pmi usa sistemi di intelligenza artificiale e il 13% prevede di effettuare nel prossimo futuro investimenti nell'applicazione dell'Ia».

«L'intelligenza artificiale – commenta il presidente di Confartigianato Marco Granelli - è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma governata dall'intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, inimitabili, dei nostri imprenditori. Non c'è robot o algoritmo che possano copiare il sapere artigiano e simulare l'anima dei prodotti e dei servizi belli e ben fatti che rendono unico nel mondo il made in Italy».

(Unioneonline/l.f.)

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