In Sardegna durante il primo semestre del 2020 gli imballaggi che hanno evitato la discarica, conferiti al sistema Conai in modo differenziato, sono aumentati.

Durante i primi sei mesi dell'anno della pandemia, che hanno incluso i mesi del primo lockdown, i cittadini sardi hanno conferito in modo differenziato al Consorzio Nazionale Imballaggi 70.700 tonnellate di rifiuti di imballaggio. Una crescita di oltre cinque punti percentuali (+5,3%) rispetto alle 67.100 tonnellate conferite nel primo semestre del 2019.

Lo rende noto Conai in occasione della Giornata Mondiale del Riciclo, tracciando un primo bilancio sulle performance sostenibili della Sardegna nei mesi in cui è esplosa l'emergenza sanitaria.

Pressoché stabili i conferimenti pro-capite, a fronte di un aumento della percentuale di abitanti servita da Conai grazie agli accordi con l'Anci.

Tra gennaio e giugno 2020 i sardi hanno conferito al sistema consortile in media 2,7 chili di acciaio, 0,6 kg di alluminio, 12 kg di carta, 0,10 kg di legno, 12,9 kg di plastica, e oltre 21 kg di vetro.

"I ritiri dei rifiuti di imballaggio da raccolta urbana non si sono mai interrotti, nemmeno durante i mesi in cui l'emergenza è esplosa - commenta Luca Piatto, Responsabile rapporti con il territorio - anzi, hanno continuato a crescere: segno che la raccolta differenziata è ormai un'abitudine radicata. Si tratta di un fenomeno chiaramente legato anche all'aumento degli acquisti di prodotti imballati nei comparti dell'alimentare, della detergenza e della farmaceutica. Non solo nella regione Sardegna, che continua a mettere a segno risultati incoraggianti e che si colloca nella top-5 delle Regioni italiane più virtuose in questo comparto, ma anche in tutto il Paese".

(Unioneonline/F)
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