L’Italia ha il dato peggiore in Ue per quanto riguarda il numero di giovani inattivi (che sono 1,6 milioni e con un tasso in aumento). E, a livello nazionale, la Sardegna è in maglia nera assieme a Molise, Calabria, Sicilia e Basilicata.

È l’allarme lanciato da Roma, nel corso della convention annuale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato.

L’occasione per presentare un rapporto con l'Indice dei territori youth-friendly, ovvero le zone dove è più agevole per le nuove generazioni fare impresa o trovare un lavoro.

L’Isola, sottolinea Confartigianato, non è fra questi, assieme ad altre regioni del Mezzogiorno. 

Al contrario, evidenzia il report, “è la Lombardia la regione che offre ai giovani le condizioni migliori per lavorare e per fare impresa. Seguono poco distanti Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige”.

L'Indice di Confartigianato - viene spiegato - "misura la condizione dell'habitat sulla base di 13 indicatori che comprendono, tra l'altro, il tasso di occupazione under 35, la presenza di giovani imprenditori, la collaborazione scuola-imprese, la diffusione dell'apprendistato, il saldo migratorio dei giovani verso l'estero o altre regioni".

Ma, come detto, l’Italia “non è un Paese per giovani”. Soprattutto se si confronta la situazione nazionale con quelle delle altre nazioni europee.

Secondo il rapporto, infatti, nel 2022 siamo stati il Paese con il più alto numero di giovani tra 25 e 34 anni che non si offrono sul mercato del lavoro: ben 1.568.000.

GLI ALTRI PAESI – "Per valore assoluto di giovani inattivi siamo quindi al primo posto nell'Ue, con un tasso di inattività del 25,4%, rispetto alla media europea del 15%. La Germania registra il 13,9%, la Spagna il 13,7% e la Francia il 12,7%”. E il fenomeno «è peggiorato visto che il tasso di inattività dei giovani italiani è aumentato di 3,4 punti rispetto al 21,9% registrato nel 2004».

I DATI – Tra gli under 35 che non cercano lavoro, prevalgono le donne, pari a 1.033.000 (il 65,9% del totale), a fronte di 535.000 uomini. Il 55,6% dei giovani inattivi si concentra nel Mezzogiorno, dove il tasso sale al 37,7%, più che doppio rispetto al 16,8% del Centro Nord.

Tra gli inattivi under 39, ve ne sono 468.100 in possesso di una laurea. Di questi, due terzi sono donne.

L’EMERGENZA – «I giovani sono il futuro del made in Italy. 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro - sottolinea Davide Peli, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato - sono un assurdo 'spreco', una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente. L'Anno Europeo delle Competenze sia l'occasione per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e imprese per trasmettere il saper fare, su misure per sostenere la creazione d'impresa e il passaggio generazionale in azienda».

(Unioneonline/l.f.)

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