Liquidazione accelerata dei crediti della pubblica amministrazione verso le imprese. Un input che nasconde un grido di dolore, quello che arriva dalle associazioni sarde Ance, Confapi, Cna e Confartigianato, che oggi hanno reso noti i dati allarmaneti sul fenomeno nell'Isola.

Ebbene, se il dato nazionale dei residui passivi ammonta a 19 miliardi di euro, in Sardegna le somme bloccate nelle casse degli enti locali sono pari a 360 milioni di cui 240 milioni sono rimasti nelle casse degli enti locali (84% Comuni e 43% Province) e Regione (32%) e si sarebbero potuti pagare senza sforare il patto di stabilità.

L'ESIGENZA PIU' SENTITA - E dopo il rafforzamento dell'asse Roma-Bruxelles, oggi si può davvero spingere sull'acceleratore. Dare ossigeno alle imprese italiane che più di altre in Europa soffrono i ritardi nei pagamenti, è stato l'imperativo arrivato dalla Commissione europea. Con la benedizione, qualche giorno fa a Roma, da parte di Tajani e Rehn, sono infatti cadute le riserve europee e oggi, come si legge anche sul Sole24Ore, l'inevitabile aumento una tantum del debito italiano, che deriverà dai pagamenti dovuti alle aziende, non comporterà l'automatica e temuta violazione del patto di stabilità.

I DATI SARDI - Il tempo medio di pagamento dei lavori pubblici per le imprese di costruzioni è di 239 giorni con punte di 24 mesi. Secondo le associazioni degli imprenditori almeno il 66% delle imprese ravvisa nel Patto di stabilità una delle due cause principali responsabili dei ritardi assieme all'inefficienza della pubblica amministrazione. "Le risorse esistono, ma esiste anche l'incapacità di spenderle - ha attaccato il presidente di Ance Sardegna, Maurizio De Pascale - Finora, però, abbiamo assistito a Finanziarie che invece di stanziare spese per investimenti hanno dato soldi per altre questioni".

Nella geografia dei pagamenti degli enti bloccati dal Patto di stabilità al primo posto la Provincia di Cagliari con 136 milioni di euro pari al 38%, segue Sassari con 66 milioni (18%) e Carbonia Iglesias con 57 milioni (16%).

LE PAROLE DI TAJANI - Il tema è caldo. E anche oggi, il vicepresidente della Commissione Ue è tornato sull'argomento, definendo il pagamento degli arretrati da parte della Pubblica amministrazione, un passo "urgente" per fronteggiare la crisi. "Aspettiamo dal governo il piano per il pagamento dei debiti pregressi e le stime aggiornate sul loro ammontare complessivo", ha detto oggi il vicepresidente dell'esecutivo comunitario responsabile per l'industria, Antonio Tajani. La presentazione del piano, ha continuato, "è particolarmente urgente ed essenziale per garantire alle imprese di far fronte alla crisi, evitare fallimenti e licenziamenti, ridare liquidità e accesso al credito". Tajani ha ricordato che secondo Bruxelles la "smaltimento" dei debiti della PA pregressi, cioè i pagamenti alle imprese che hanno fornito beni e servizi, "è in linea con la ratio" della direttiva sul ritardo dei pagamenti. Inoltre, il vicepresidente dell'esecutivo ha ribadito che i debiti pregressi possono essere pagati in tempi rapidi "senza violare il Patto di stabilità".
© Riproduzione riservata