La ripresa dei consumi sarà più lenta di quella del Pil.

Questo il messaggio d’allarme lanciato da Confesercenti durante la sua 50esima assemblea annuale, che ha visto la partecipazione anche di big della politica come Giuseppe Conte, Enrico Letta, Giorgia Meloni, Matteo Salvini.

Nella sua relazione, la presidente Patrizia De Luise ha delineato uno scenario non molto positivo: "A fine 2022 il volume dei consumi potrebbe rimanere al di sotto del livello pre-pandemico, con uno scarto residuo di circa 20 miliardi".

"La pandemia ha impoverito gli italiani. A fine 2021 il reddito medio delle famiglie sarà ancora 512 euro inferiore ai livelli pre-crisi", e la prudenza ha portato a una perdita di consumi "fra i 35 e i 40 miliardi di euro annui", ha spiegato ancora.

Ha poi affrontato il tema della manovra e della riforma fiscale: "C'è molto da fare", ha dichiarato, facendo riferimento al dibattito in atto all’interno della maggioranza su come impiegare gli 8 miliardi previsti nella legge di bilancio per i tagli alle tasse. 

De Luise ha parlato anche della situazione del mercato del lavoro: "Dall'inizio dell'anno, sono stati recuperati solo 340mila posti dei 720mila persi nel 2020. Per i lavoratori indipendenti, poi, è stata una vera e propria strage: sono 350mila in meno rispetto al periodo pre-Covid".

La ricetta dell’associazione di categoria è tagliare il costo del lavoro: "La riforma degli ammortizzatori sociali proposta dal governo è invece contraddittoria. Stimiamo che, per il solo settore del terziario, porterebbe a un aumento di quasi 600 milioni di euro delle contribuzioni", 90 euro in più a dipendente. 

De Luise ha infine criticato la recente sentenza del Consiglio di Stato sugli stabilimenti balneari: "Un intervento dirompente che rigetta nell'incertezza più profonda 30mila imprese. La proroga delle concessioni solo fino al 31 dicembre 2023 è un termine troppo ravvicinato, che creerà caos e farà crollare gli investimenti". 

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata