«Congratulazioni a Maurizio Landinirieletto segretario generale della Cgil. Insieme alle forze sociali sane del nostro Paese dobbiamo batterci quotidianamente e in modo concreto contro tutte le disuguaglianze, contro la precarietà del lavoro, per un salario minimo legale che metta fine alle paghe da fame e per un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori per allargare le tutele ai troppi non garantiti, agli autonomi e alle partite Iva».

Così, in una nota, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte all’indomani della riconferma dell’emiliano a capo del sindacato. L’incarico è arrivato al termine del XIX congresso nazionale della Cgil (che si è svolto a Rimini, dal 15 al 18 marzo), dove l'assemblea lo ha scelto – con il 94,2% dei voti favorevoli –, affidandogli il secondo mandato di quattro anni. La proclamazione è stata accompagnata da un lungo applauso della platea. «Vi ringrazio», le sue prime parole. 

«Mi congratulo con Landini. In un Paese con il 12% di lavoratori poveri, è ineludibile una seria lotta contro il precariato, accompagnata dall'introduzione del salario minimo legale e dalla difesa di strumenti di protezione sociale come il Reddito di cittadinanza, che questo governo punta, pezzo per pezzo, a smantellare. La prossima settimana, in commissione Lavoro alla Camera, inizierà la discussione della proposta di legge sul salario minimo a 9 euro lordi l'ora presentata dal presidente Giuseppe Conte. Una battaglia che ho combattuto durante il corso di tutta la mia esperienza parlamentare, trovando, anche da parte di chi si diceva a favore, più contrarietà che aperture. Il mio auspicio è che si approvi nel più breve tempo possibile: non possiamo aspettare oltre», ha scritto su Facebook l'ex ministra del Lavoro e coordinatrice del comitato Lavoro del M5S Nunzia Catalfo. Entusiasmo anche nel Partito democratico, che ha espresso la sua soddisfazione con l’intervento di Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera: «Auguri e congratulazioni dalle deputate e dai deputati del Pd a Maurizio Landini rieletto segretario generale della Cgil».

Quella del sindacalista si delinea come una rielezione che inizia sul “piede di guerra” con il Governo guidato da Giorgia Meloni: «Ci separa una diversità molto profonda, molto consistente. Per tutto il sindacato italiano – ha detto Landini nel suo intervento di chiusura del congresso –  non c'è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero».

(Unioneonline/v.f.)

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