Il Fondo interbancario di tutela dei depositi ha scelto Bper per trattare la cessione della quota di controllo dell'80% in Banca Carige.

Gli emiliani hanno battuto la concorrenza del fondo Cerberus e, soprattutto, di Crédit Agricole, l'altro vero grande pretendente, sfilatosi dalla corsa nelle ultime ore.

All’istituto di credito guidato da Piero Luigi Montani il Fitd ha concesso "un periodo di esclusiva quattro settimane per il completamento di una due diligence confirmatoria" e la firma "nel più breve tempo possibile, e comunque non oltre il 15 febbraio" di un contratto di acquisizione.

Per vincere la sfida Bper ha di fatto dimezzato le sue pretese, accontentandosi, nella proposta riformulata sabato scorso, di una dote finanziaria di circa 530 milioni di euro, a fronte del miliardo chiesto inizialmente a dicembre.

Un ridimensionamento reso possibile dalla "stima di minori oneri sia di ristrutturazione sia derivanti dalla risoluzione anticipata di taluni contratti" con i partner di Carige, che Bper ha potuto calcolare in modo più preciso grazie all'accesso a "un set informativo" messo a disposizione dal Fitd.

Per questa ragione la banca "ha ritenuto opportuno e possibile riformulare" i termini dell'offerta originaria senza dover rinunciare alle "linee guida dell'operazione" - rappresentate da "neutralità patrimoniale, miglioramento dell'asset quality e significativo accrescimento della redditività del gruppo Bper in termini di utile per azione già a partire dal 2023" - confermando allo stesso tempo la forte valenza strategica e industriale dell'operazione" che risolve in via "definitiva" le problematiche di Carige. 

L’offerta di Bper, si legge nel comunicato del Fitd, ha “natura non vincolante” e sarà seguita da un’offerta pubblica a 0,8 euro ad azione sulle restanti quote della banca non in mano al Fondo, pari al 20% del capitale circa”.

La vittoria della banca emiliana rafforza la sua candidatura a motore per la creazione di un terzo polo bancario italiano. 

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata