Altro che corsia preferenziale: il call center di Alitalia dedicato alla Sardegna - previsto dal contratto di servizio con la Regione - squilla occupato dalla mattina presto, e anche insistendo la musica non cambia. Impossibile parlare con un operatore, proprio nei giorni in cui il trasporto aereo riparte e le chiamate per cambiare un biglietto o chiedere un rimborso si moltiplicano.

Difficoltà

Il trattamento non è riservato solo ai passeggeri dell'Isola. Anche il numero verde nazionale è irraggiungibile, per ottenere risposta c'è chi ha atteso per ore e magari ha sentito la linea cadere dopo pochi secondi di conversazione. Nei gruppi nati su Facebook c'è chi racconta la propria esperienza e dà consigli: «Chiamate il call center in Germania». Dove - maledetti luoghi comuni - il centralinista risponde subito e pure in italiano.

In questi giorni migliaia di persone sono alle prese con un cambio di programma: le attività della compagnia previste per luglio sono circa il 30% di quanto era stato pianificato e tantissimi sono finiti in un vortice di "riprotezioni" - cioè una nuova prenotazione su un collegamento alternativo - o hanno chiesto il rimborso dei biglietti. Tutto questo, fanno sapere dal quartier generale di Alitalia, ha generato un flusso di telefonate più che quadruplicato rispetto al normale, quando i call center ricevono in media quasi 15mila telefonate. Gli sforzi ci sono: il personale è stato rinforzato ed è stata pure creata una task force interna per smaltire le pratiche arrivate.

Voucher

Ottenere il rimborso dei voli cancellati però è una missione impossibile. E il discorso non riguarda solo Alitalia ma è comune anche alle low cost, da Ryanair e EasyJet in giù. Il Codacons denuncia un «trabocchetto» nel quale sono caduti i passeggeri sardi: le compagnie hanno soppresso i collegamenti programmati nelle prossime settimane, offrendo in cambio solo voucher. Tutto questo «non ha niente a che vedere con il coronavirus, e sembra più una politica delle società tesa ad acquisire liquidità attraverso gli utenti che acquistano i biglietti», sostiene l'associazione dei consumatori.

A Malpensa

A proposito di cambi: in tanti si sono visti spostare il volo da Linate a Malpensa. Lo scalo cittadino di Milano rimarrà chiuso ancora un po', probabilmente fino a settembre. E dunque per i sardi (e non solo) la base di riferimento rimarrà quella del terminal della provincia di Varese. Nel frattempo sono disponibili le nuove frequenze della continuità territoriale nei mesi estivi, che sfiorano - ma non raggiungono - i minimi previsti dal bando. Ma qualche giorno fa Alitalia ha citato un numero per giustificare il programma ridotto: le prenotazioni dei voli per la Sardegna nel periodo luglio-ottobre sono in calo del 67%. Un bel problema, soprattutto in chiave turistica.

Se al crollo della domanda si aggiunge la burocrazia in cui precipita qualunque passeggero diretto nell'Isola, la situazione si fa ancora più preoccupante. Autocertificazioni, registrazioni sull'App Sardegna sicura, controlli. Moduli su moduli, anche per viaggio di lavoro di poche ore.

Lo sfogo

«Per andare in Sardegna bisogna compilare fogli e foglietti per due giorni», ha sbottato su Instagram Flavio Briatore. «Chiedo ai politici di darsi una mossa. La stagione è già rovinata, se non volete distruggere completamente il turismo facciamo come fanno nel resto d'Italia: se devo andare in Calabria o in Liguria non devo fare questa trafila», è il discorso dell'imprenditore.

Voli internazionali

Ad ogni modo la stagione estiva prova a partire veramente: ieri sono arrivati (da Monaco) i primi passeggeri stranieri nello scalo di Olbia, dopo quelli atterrati coi jet privati. La richiesta sul volo Eurowings è stata così alta che la compagnia ha dovuto programmare due voli, a distanza di 45 minuti l'uno dall'altro. Oggi a Cagliari è atteso un aereo Klm proveniente da Amsterdam. Ma la normalità è ancora lontana.

Michele Ruffi

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