Joe Biden ha confermato Jerome Powell alla presidenza della Federal Reserve – la Banca centrale statunitense – per un secondo mandato, in modo da garantire al Paese una continuità nella politica monetaria in un momento in cui inflazione è ai massimi dagli anni settanta.

Sarà affiancato da Lael Brainard, nominata alla vicepresidenza.

Diventato presidente sotto l’amministrazione Trump, Powell è un esponente del Partito repubblicano: per questo una parte dei dem chiedeva che non fosse riconfermato.

Dopo la nomina, i senatori repubblicani Mitt Romney e Bill Hagerty hanno subito assicurato il loro appoggio. Anche la speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha promosso la scelta, mentre la democratica Elizabeth Warren ha ribadito che non sosterrà quello che ha definito un "uomo pericoloso".

Difendendo la sua scelta, Biden ha messo in evidenza la capacità di leadership di Powell e la sua indipendenza nelle scelte rispetto all’ex capo di Stato Donald Trump: "In un momento di grande incertezza abbiamo bisogno di stabilità alla Fed", ha dichiarato.

Il confermato presidente e la vicepresidente dovranno saper gestire un momento non facile per l’economia americana, in particolar modo per il carovita, con i prezzi saliti del 6,2% nel mese di ottobre, a causa dei costi delle materie prime.

Per contrastare il fenomeno la Banca centrale ha deciso una riduzione degli acquisti di asset, ridotti a 15 miliardi di dollari al mese dagli attuali 120 miliardi.

Per arginare l’inflazione Biden sta anche ipotizzando di rilasciare le riserve petrolifere strategiche, di comune accordo con India, Giappone e Cina. La mossa potrebbe innescare una reazione dell'Opec+, l’organizzazione dei principali Paesi produttori di greggio allargata alla Russia, che potrebbe rivedere i suoi piani per un aumento graduale delle forniture.

Utilizzando le riserve, l’amministrazione potrebbe arginare il caro-benzina, un problema che affligge gli americani in vista anche dell’arrivo dell'inverno e delle vacanze di Natale.  

(Unioneonline/F)

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