Nessun intervento sul costo del denaro nell'Eurozona.

Nonostante l'ipotesi di un taglio, il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha annunciato che non toccherà i tassi di interesse, pur valutando interventi possibili nel prossimo futuro.

"Il consiglio direttivo - specificano dalla Bce - si attende ora che i tassi di interesse di riferimento si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali", almeno fino a tutta la prima metà del 2020, "e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine".

La spiegazione arriva dallo stesso presidente della Bce Mario Draghi, secondo cui per l'Eurozona "i rischi per le prospettive di espansione restano orientati al ribasso per via della prolungata presenza di incertezze connesse a fattori geopolitici, alla crescente minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti".

Il consiglio ha poi aperto alla possibilità di un nuovo QE, ovverosia l'acquisto di titoli governativi dell'Eurozona. Infatti, davanti a un'inflazione "costantemente al di sotto dei livelli" previsti dal mandato della Bce, emerge la necessità di una politica monetaria "molto accomodante per un periodo di tempo prolungato".

La doppia notizia su tassi e Qe è stata positivamente accolta dai mercati. A Milano la Borsa ha subito registrato un +1,06% e lo spread è sceso a 179 punti sui bund tedeschi, il differenziale più basso dal maggio del 2018.

(Unioneonline/v.l.)
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