Balneari sul piede di guerra per i canoni demaniali in aumento di oltre il 25%.
Un rincaro definito da Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio, e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti, «ingiustificato e ingiusto» e contro il quale viene chiesto con urgenza un incontro di confronto con il governo

«Giorgia Meloni mantenga le promesse della campagna elettorale», spiega il presidente di Fiba Confesercenti Rustignoli, secondo cui «va sospeso» l'aumento del 25,15% dei canoni (il minimo a 3.377,50 euro), frutto della variazione dell'Indice Istat, annunciato venerdì scorso.

«Doveva essere massimo dell'11% invece è più del doppio» aggiunge Rustignoli, sottolineando inoltre che «entro febbraio vanno approvati i decreti attuativi sulla concorrenza per le gare dal 2024, che per noi non sono possibili: il governo cosa farà? Meloni diceva che avrebbe lavorato per una diversa applicazione della Bolkestein». 

L'aumento dei canoni – prosegue il presidente di Fiba Confesercenti – è una novità preoccupante per la nostra categoria, in un momento di incertezza legato anche all'applicazione della direttiva Bolkestein e ai danni provocati a molti stabilimenti dalle mareggiate dei mesi scorsi. Il canone minimo si applica anche per chi deve chiedere un allargamento temporaneo, ad esempio per un campo di beach volley: così si rischia di impoverire l'offerta turistica in spiaggia».

Ancora, continua Rustignoli, «come categoria non siamo contrari a rivedere gli importi dei canoni, che in media sono di 8-10mila euro all'anno e sono bassi, lo riconosciamo. Ma va fatto con un intervento organico e un metodo che preveda la giusta valutazione delle spiagge, classificandole in base alla redditività e dando un valore corretto al metro quadro: così lo Stato valorizzerebbe il proprio bene».

«In campagna elettorale – conclude Rustignoli – la presidente Meloni ha detto che avrebbero lavorato per una diversa applicazione della Bolkestein. È ancora in tempo per rispettare le promesse ma temo che, ad esempio, non sia ancora partita la mappatura delle coste. È fondamentale per dimostrare che non è scarsa la risorsa di arenili già mappati per insediamenti turistico-ricreativi e non ancora assegnati: se la risorsa non è scarsa, allora l'applicazione della direttiva può essere rinviata».

(Unioneonline/l.f.)

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