L'occupazione dipendente in Sardegna è cresciuta del 3% in un anno: a certificarlo sono i dati del Sistema informativo del lavoro (SIL) elaborati dall'Osservatorio del mercato del lavoro dell'Aspal, l'agenzia sarda per le Politiche attive per il lavoro.

Nel secondo trimestre di quest'anno, gli occupati dipendenti hanno raggiunto quota 453mila, contro i 440mila dello stesso periodo del 2016: 13mila in più, quindi, che corrispondono a una variazione di quasi il 3%.

A crescere in misura maggiore sono quelli legati al turismo-commercio e ai servizi (rispettivamente +8% e + 2%), mentre stabili restano i settori dell'agricoltorua (15mila), costruzioni (28mila) e industria (43mila).

"I dati SIL - spiega Massimo Temussi, direttore generale dell'Aspal - ci offrono un quadro di aumentata fiducia, sia in riferimento alle passate rilevazioni, ma soprattutto rispetto alle rilevazioni statistiche rilasciate periodicamente dall'Istat, che effettua una stima a campione, mentre il Sistema informativo regionale si basa sul conteggio reale dei lavoratori assunti e di quelli cessati a una determinata data".

Una divergenza che su qualche numero è davvero palese: nel primo trimestre 2017, per esempio, il dato diffuso dall'Istat (381mila occupati dipendenti, con un calo di 20mila unità sullo stesso periodo dell’anno precedente e con una differenza di ben 38mila unità sulla rilevazione del sistema regionale) non ha trovato alcun riscontro nei dati effettivi rilevati dal Sil Sardegna, che invece hanno registrato una riduzione decisamente più contenuta (-6mila occupati) rispetto a quella della fonte statistica nazionale.

"Utilizzando solo i dati Istat - conclude Temussi - il rischio è di analizzare errori statistici e non i movimenti effettivi del mercato del lavoro in Sardegna".

(Redazione Online/s.s.)
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