«Depotenziare o chiudere l’aeroporto di Alghero sarebbe come tagliare le ali al nord ovest dell’isola; ciò equivarrebbe a condannare un territorio che lotta da più di un decennio contro una crisi divenuta ormai cronica, a dare il colpo di grazia alle imprese che stentano a sopravvivere e a far ripartire da zero quelle che tanto hanno investito in questi anni. Quella di Alghero non è solo una faccenda della provincia di Sassari: qui è in ballo il futuro di tutta la Sardegna».

Queste le parole che la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai, e il Presidente Provinciale di Confartigianato Sassari, Marco Rau, lanciano al mondo della Politica per la difesa dell’aeroporto di Alghero. Il grido di dolore rappresenta le voci delle 13mila piccole e medie imprese sassaresi e dei 23mila occupati del settore. 
«Dopo oltre quasi 15 anni durissimi – commentano Lai e Ruiu – che hanno visto migliaia di aziende chiudere per mai più aprire questa situazione di incertezza e di continui rimandi è ormai inconcepibile. Il timore che gli operatori, italiani e stranieri, che hanno investito in tutto il nord dell’isola, possano scappare è fondato. Sono già centinaia di migliaia i viaggiatori che potrebbero non passare più per Alghero, Sassari e tutta la provincia, traducendosi in una perdita di svariati milioni di euro all’anno, oltre al danno di immagine incalcolabile, e alla relativa chiusura di tante attività».

Per Confartigianato Sassari «la politica è ancora in tempo per correggere il pericoloso avvitamento su se stesso dell’aeroporto perché è necessario creare, tra turismo, impresa e terziario, un sistema di sviluppo economico multi-vocazionale. A partire dalla valorizzazione del territorio, delle produzioni e dell’artigianato. Dalla crisi si esce migliorando le infrastrutture, quali l’aeroporto, le strade e le ferrovie, e sviluppando il territorio anche attraverso i flussi economici, che i voli portano e potranno portare».

(Unioneonline/v.f.)

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