Il caveau di Alitalia è da sempre blindatissimo. Non tanto per i debiti accumulati senza ritegno in 75 anni di voli quanto per i segreti racchiusi in una gestione sempre sul filo del rasoio, il più delle volte molto oltre il consentito. Conti economici e finanziari sempre in rosso, con una voce di bilancio da far rabbrividire: le consulenze d’oro. Avvocati e società di gestione, assistenza contabile e finanziaria, tutto delegato ad una pletora di “operatori economici” con il compito ardito di “controllare” le tasche della compagnia di bandiera.

Pozzo senza fondo

Tutti dati vietati, sino a qualche mese fa. Il gioco salta quando si decide di rottamare Alitalia, travolta da debiti e cattiva gestione, e far nascere Ita, l’erede di quel che resta di un pozzo senza fondo. Quando entriamo in possesso delle informazioni obbligatorie per le società di Stato, scorre un fiume in piena di denari e nomi, consulenze e prebende di ogni genere, incarichi da ricchi premi e cotillon. C’è di tutto e di più, dagli studi legali di ex Ministri di Stato a rinomati docenti universitari. Tutti finiti nei tabulati delle spese sotto controllo da quando l’amministrazione straordinaria ha fatto capolino nei libri contabili della Società Aerea Italiana, la fu Alitalia. Nel mare magnum delle società più gettonate e pagate, nel registro delle consulenze di cui siamo in possesso, non passano inosservati gli otto corpulenti contratti stipulati con l’unica società che dispone delle chiavi di tutti i ripostigli della ex compagnia di Stato. Dai gangli finanziari alle ricostruzioni di ogni procedura interna, dai conti economici alle spese folli per noleggi e affitti.

Tutte le chiavi d’accesso

Ad avere accesso a tutto e di più è la Pricewaterhousecoopers Advisor. Un colosso inglese “infiltrato” nei meccanismi contabili delle più grandi società. In questa fase di smantellamento di Alitalia e transito verso Ita, le hanno affidato i compiti più disparati, dalla valutazione delle possibili revocatorie post fallimento alla definizione dei contratti di trasferimento dei rami d’azienda, passando dalla revisione contabile alle verifiche dei saldi del lotto “aviation” e quello manutenzioni. Tra gli incarichi ce n’è uno più pregnante di tutti: attività di supporto per la predisposizione delle proiezioni economico-finanziarie funzionali alla ridefinizione del programma di ristrutturazione. Un mandato contemplato in una parcella frazionata di 888 mila euro, 75 mila solo per quest’ultima mission. Dunque, un player finanziario smisurato, direttamente connesso con il sistema Alitalia. I contratti di cui siamo in possesso vanno dal sette febbraio 2020 al primo luglio 2021, anche se non sono da escludere incarichi anche precedenti.

Dependance sarda

Di certo in questa ristretta forbice temporale la società di casa negli uffici di Alitalia ha preso una dependance anche negli uffici della Regione Sardegna. E’ il sette luglio del 2020 quando la multinazionale finanziaria viene convocata nei meandri regionali per ricevere un mandato di non poco conto: «Servizio di verifica dei costi e dei ricavi consuntivati sulle rotte operate da Alitalia in regime di onere di servizio pubblico per il periodo compreso tra il 27 ottobre 2019 e il 31 dicembre 2021». Parcella da 41 mila euro. In pratica Pricewaterhouse deve fare i conti in tasca ad Alitalia, determinare i costi e ricavi della continuità aerea. Compito da svolgere in nome e per conto degli interessi della Regione Sardegna. In realtà, però, questa sovrapposizione, da una parte consulente finanziario ed economico di Alitalia e dall’altra “verificatore” dei conti per la Regione Sarda, stride non poco, a partire dal pesante sacrificio dell’opportunità. Del resto dall’esame economico finanziario che la società deve svolgere per la Regione deve emergere un dato non di poco conto: quanto deve impegnare il bilancio regionale per finanziare la continuità territoriale? Servono tutti quei soldi che viale Trento destina ai voli da e per la Sardegna? Una delle analisi a cui era chiamata la primatista di incarichi per conto di Alitalia era appunto quello dell’esame dei costi.

Doppio ruolo

Lo doveva fare per conto della compagnia di bandiera, ma anche per conto della Regione. Uno dei passaggi fondamentali dell’esame delle spese della compagnia e della stessa Regione era la determinazione del costo di un’ora di volo. Da qui discende tutto, dall’economicità della gestione di una compagnia aerea alla compensazione economica da parte del soggetto pubblico. In sostanza si deve decidere se far guadagnare di più Alitalia o far risparmiare di più la Regione.

Partita milionaria

Non è, come si può facilmente comprendere, una questione di poco conto, visto che da questa valutazione dipendono decine di milioni di euro di indebiti guadagni e di spese ingiustificate. Il tema è riassunto in una domanda: poteva Pricewaterhouse essere la consulente per i conti economici di Alitalia e nel contempo valutare le spese della continuità territoriale affidata dalla Regione alla stessa compagnia di bandiera? Non è nostro compito dare una risposta, ma di certo emerge un elemento che sul piano della piena e corretta informazione, non può non essere riportato: Volotea si è aggiudicata la gara d’appalto per la continuità territoriale con un ribasso del 42% rispetto alla previsione di spesa che la Regione ha messo a bando, utilizzando tutte le indicazioni raccolte dalle copiose consulenze, sia quelle legali che economiche, affidate ad avvocati e società esterne, tutte in un modo o nell’altro legate ad Alitalia.

Il giallo del 42% di ribasso

Un ribasso del 42% in una gara delicata come il trasporto aereo avrebbe dovuto far storcere il buon senso a più d’uno. Come è possibile che una compagnia aerea abbia potuto fare un ribasso del genere? La domanda, probabilmente, andrebbe ribaltata: era corretta quella previsione di spesa messa nero su bianco dalla Regione? O forse era spropositata la base di gara proposta dall’Assessorato dei Trasporti, elaborata con i dati delle società consulenti di Alitalia? Di certo è inspiegabile come non sia stato chiesto a Volotea, come avviene in tutte le gare con un’offerta considerata “anomala”, una valutazione della congruità dello stesso “sconto”. E’ probabile che quella verifica avrebbe fatto emergere una “sensibile” divergenza tra i conti elaborati dalla Regione attraverso le società di consulenza.

Consulenze a gogò

In questo contesto va anche detto che sempre gli uffici regionali non hanno lesinato consulenze per definire la continuità territoriale. Il 12 maggio del 2020, infatti, è stato affidato l’incarico per un servizio di analisi del mercato del trasporto aereo ai fini della definizione della nuova continuità aerea. La società prescelta è Oxera Consulting, per un importo di 48 mila euro.

Rapporti & intrecci

La stessa società, però, ricompare in un’altra determinazione regionale, quella del primo ottobre 2020, a firma di un altro dirigente, con la quale viene affidata la consulenza legale, di cui abbiamo riferito ieri, allo studio Chiomenti, quello direttamente legato ad Ita. In quell’atto della Regione è scritto che lo studio «ha fatto ricorso all’avvalimento di Oxera Consulting per soddisfare la parte del requisito tecnico esperienziale richiesto». In buona sostanza lo stesso studio legale di Ita si avvaleva per la definizione della proposta della continuità territoriale della stessa società già convenzionata qualche mese prima dalla stessa Regione. Un intreccio infinito di rapporti con la compagnia di Stato sempre di più filo rosso tra legali, società e la continuità territoriale da e per la Sardegna.

Il conflitto Ita Regione

Non è un caso che ieri al Tar sia andato in scena il palese conflitto d’interessi con Ita e la Regione. A rappresentare la nuova compagnia di bandiera c’era lo stesso studio legale che aveva assistito la Regione sarda nella predisposizione della nuova continuità territoriale. Sia Ita che Volotea hanno rinunciato al pronunciamento urgente del Tar sulla loro esclusione dalla prima gara. Il Tar ha preso atto e ha deciso di pronunciarsi nel merito. Per il momento non esiste una data. La fisserà direttamente il Presidente. Ma non sarà imminente. Probabilmente sia per Ita e Volotea non c’è più urgenza. La Regione, però, con l’avvocato Mattia Pani ha chiesto espressamente di non decidere a cavallo delle festività di Natale per evitare, qualsiasi sia la decisione, il caos nei trasporti. Nel frattempo Ita, sempre con i legali già consulenti della Regione, ha notificato un nuovo ricorso contro la seconda gara vinta da Volotea. Sui cieli della Sardegna aleggiano nuvole nere, quelle di un nuovo spaventoso conflitto d’interessi. Tanto pagano i sardi.

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