Una serviva a trasportare acqua, e sin qui nulla di strano, l’altra aveva ancora della calce: tutto quasi normale se non fosse che appartenevano a un laboratorio di concia delle pelli di circa 2600-2700 anni fa. Il nuraghe Sirai di Carbonia non finisce di riservare sorprese come dimostrato dalle due anfore rinvenute nel comparto dedicato a quella che nella notte dei tempi era una sorta di zona artigianale dell’antichità.

Le due anfore (una integra l’altra purtroppo no) per la prima volta sono esposte ora al Museo Archeologico di Villa Sulcis a Carbonia nell’ambito della fortunata iniziativa intitolata il “Reperto del mese”. Ovvero ogni mese viene esposto un reperto assolutamente inedito, frutto delle campagne di scavi guidate dall’archeologa Carla Perra.

Le anfore sono, se ancora non ce ne fosse bisogno, la testimonianza che gli ambiti immediati del nuraghe Sirai (nei pressi del quale c’è il pianoro con la cittadella fenicio punica) ospitavano laboratori artigianali: la prima, di tradizione peraltro fenicia, veniva usata nell’officina delle pelli per conservare acqua, la seconda aveva un contenuto in calce ed era utile al processo di concia.

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