Due appuntamenti a Oristano, entrambi con Beatrice Masini, dal 2015 direttrice editoriale di Bompiani, per la rassegna “Leggendo Insieme Book Club 2023” organizzata dalla locale Libreria Mondadori di Marina Casta.

Questa sera, lunedì 27 marzo, alle 18.30 al Museo Diocesano Arborense in via Duomo, 1 la scrittrice, traduttrice ed editor milanese, per cinque volte “Premio Andersen – il mondo dell’Infanzia”, sarà protagonista per il terzo incontro del percorso creato per conoscere meglio “Piccole donne” di Louisa May Alcott, uno dei libri più amati dalle giovani lettrici, ma non solo.

Dopo aver esaminato alcune trasposizioni cinematografiche con Antonello Carboni, aver esplorato il mondo nel quale Louisa May Alcott è cresciuta e si è formata come donna e scrittrice con Anna Maria Capraro e Paolo Vanacore, l'incontro odierno sarà dedicato alla traduzione di un'opera e quindi la resa in una lingua diversa da quella di origine.

“Piccole donne” ha viaggiato tanto intorno al mondo, ed è stato tradotto in oltre 50 lingue.

A maggio 2022 è uscita per Bompiani una nuova traduzione a opera di Beatrice Masini: sarà proprio l'autrice di questa nuova trasposizione, a parlare del delicato intervento di traslazione del testo dalla lingua madre all'italiano, da una cultura a un’altra, mantenendo intatto lo spirito profondo dell’originale.

Domani invece, alla stessa ora, nella Sala CPS del Liceo Classico De Castro in Piazza Aldo Moro 2, Beatrice Masini, in dialogo con Marisa Uras, parlerà di Virginia Woolf e della sua "Stanza solo per sé", volume pubblicato nel 1929.

Poche scrittrici come Virginia Woolf riescono a rimanere sempre attuali, come se fossero ancora vive, eterne, nuovamente ispiratrici.

Era il 25 gennaio del 1882, 141 anni fa, quando veniva alla luce la scrittrice inglese, non solo autrice letteraria pioniera, ma anche illuminata attivista nella lotta per la parità tra i generi.

Non c’è una singola parola che lei abbia scritto – sin da quando aveva tre anni, appena fu capace di tenere una matita in mano – che sia slegata dalla sua anima e dal suo sentire.

E dal suo dolore, figlio di una serie di sofferenze, traumi e lutti che certamente pesarono sulla sua scelta di annegarsi nel fiume Ouse, nel Sussex, vicino a casa: era il 28 marzo del 1941.

Virginia Woolf trascorse tutta la vita a cercare di superare la morte dei genitori.

Ne "La signora Dalloway" s’immagina mentre porta in braccio la sua vita come se fosse un bambino.

Cammina verso i genitori, entrambi morti, mette questa cosa davanti a loro e dice: «Questa è la mia vita, ecco cosa ne ho fatto». È un momento autobiografico che rappresenta ciò che Virginia faceva quando scriveva: cercava di dimostrare il proprio valore.

Per la Woolf tutto ciò che c’è da sapere sulla vita umana è presente quotidianamente nella nostra vita.

La forza delle sue opere letterarie risiede proprio nell’intensità delle sue osservazioni e in questo meraviglioso messaggio: c’è singolarità, preziosità e bellezza in ogni minuto e in ogni istante che viviamo.

L.P.

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