L icheri fa un inutile sgarbo agli alleati liquidando le primarie come «ipocrisia». Il M5S esprimeva la leader ma ha avuto metà dei voti del Pd, e aver schivato il voto di coalizione dovrebbe ispirargli un silenzioso sorriso di sollievo, non uno sghignazzo. E poi per i Dem quel rito popolare è una ragione di esistere, Berlinguer quando propose il compromesso storico non disse ai cattolici “e ora con queste stupidaggini di santi e dottrina sociale della Chiesa anche basta”.

E ancora: con le primarie il campo largo o come si chiama lui non sarebbe ridotto a contare gli spicci rimasti nelle urne a 9 giorni dal voto, avrebbe avuto con sé Soru o almeno non gli avrebbe lasciato il principale fra i temi che hanno convinto molte migliaia di sardi di sinistra a seguirlo. E poi primarie ipocrite perché? Perché sono condizionabili dai maggiorenti? A parte che a Cagliari con Zedda e in Puglia con Vendola abbiamo visto gli elettori sparigliare ogni calcolo, ma poi non è un bell’antidoto al potere del notabilato quello di far decidere tutto ai notabili. E non si vede perché se i dirigenti si confrontano nel voto interno sono dei capibastone mentre se negoziano con un pugno di altri leaderini, per conto di una base che va informata dopo e non coinvolta prima, diventano dei Kennedy. E infine: ma l’uno vale uno? E la democrazia per direttissima? E la piattaforma, che dice la piattaforma? Russò?

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