Trasformazioni
Caffè Scorretto
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I l Contegrillo era un ircocervo. Nato dalla simbiosi tra il giullare Beppe e un passante per caso con ciuffo ribelle e pochette è la dimostrazione che se uno vale uno due valgono zero. Quell’animale politico favoloso non c’è più: scisso e scomparso. Nessun compianto, nessun dolore collettivo, nessun cordoglio. Con uno dei suoi borborigmi il Conte Giuseppe ha tentato di giustificare il suo comportamento di figlio degenere. Come da antico copione si è avventurato in un’ambage senza efficacia, un andirivieni di parole tortuose per mascherare ambiguità e oscurità di pensiero. A questo personaggio surreale va però riconosciuto un merito: sta liberando l’Italia dal grillismo, quel movimento nocivo che portò in politica la comicità e trasformò una parte del parlamento in un cabaret. Il paguro Giuseppe, dopo averlo proditoriamente occupato, sta abbattendo l’accampamento Cinquestelle. Vi era stato ospitato quando era un blittri, una cosuccia insignificante. Per l’irriconoscenza che gli è congenita, appena il padrone di casa si è distratto lui lo ha sfrattato impossessandosi dei beni di famiglia. Da allora la sua voglia di protagonismo si è moltiplicata. Ora è un tic nervoso irrefrenabile. Vorrebbe essere ubiquo per essere presente ovunque ci sia una telecamera. Parafrasando Leo Longanesi: pur di apparire, ai matrimoni farebbe la sposa, ai funerali il morto.