U na ciliegia tira l’altra ma alla terza il prezzo dice stop, perché sborsare 7 od 8 euro al chilo non è per tutte le tasche. Se chiedete come mai i prezzi di questa e di altre varietà di frutta e verdura sono saliti fin dove pensioni e stipendi non osano, la risposta è un disco rotto: con la pandemia e la guerra i costi sono aumentati. Trasporti, energia elettrica, benzina e persino l’acqua. Ma se il negoziante scrive nel cartellino “sarda” a chilometri zero la frutta è stata raccolta nel terreno sotto casa esattamente come succedeva quando i costi di coltivazione erano più o meno gli stessi ma la frutta quotava la metà. I dubbi sono più che legittimi. “Prendere o lasciare”. Lasciamo e passiamo al pane, anzi al grano il cui costo, ci viene spiegato, non è agganciato esclusivamente alla filiera agricola e commerciale (trasporti, qualità e quantità legate all’emergenza clima ecc.), ma ad un meccanismo che chiamano “futures”: in due parole “azzardo borsistico” o meglio speculazione. Chi compra scommette al rialzo del prodotto ad una certa data, chi vende invece al ribasso. Vince chi, sfruttando il fiuto da guru della finanza, riempie i magazzini per poi rivendere la stessa partita di grano come se l’avesse pagata ai prezzi, salati, del giorno. Molto semplice. Ma vallo a spiegare al pensionato che i “futures” indorano su “civraxiu ‘e Seddori” .

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