A ccadono strane cose in Italia. In Lombardia si vota per le elezioni regionali. I candidati si danno battaglia sulla sanità. Il governatore di centrodestra uscente, Attilio Fontana, rimbrotta la sua ex assessora, Letizia Moratti, nel frattempo traslocata sull’altra sponda, imputandole ritardi nell’abbattimento delle liste d’attesa. Il candidato del centrosinistra Pierfrancesco Majorino, intervistato in televisione, sentenzia: «Il mio giudizio sulla sanità lombarda è durissimo». E allora io vorrei invitare tutti (governatori uscenti e aspiranti) a fare un tour nella sanità sarda. Per esempio, nell’ospedale San Camillo di Sassari, spesso senza energia elettrica e sempre senza riscaldamento, nei Pronto soccorso dove si fanno anche dodici ore di attesa sdraiati su un’ambulanza, nel reparto Geriatria di Nuoro dove non accettano più pazienti. Potrebbero anche sentire il parere dei sindaci dei paesi dove non c’è il medico di famiglia, o le mamme che non hanno il pediatra per i loro bambini. Potrebbero osservare le sale operatorie chiuse per mancanza di anestesisti e scoprire che in Sardegna il problema delle liste d’attesa non c’è. Perché spesso non esiste neanche la possibilità di inserirsi in lista d’attesa. Infine, se per tornare a Milano prendessero il primo volo del mattino, viaggerebbero insieme a tanti sardi che vanno fuori per curarsi. In Lombardia, naturalmente.

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