S tiamo diventando sempre più verdi. E sempre più azzurri. Verdi come i prati, le selve, i boschi, le foreste; azzurri come gli oceani. L’emoticon del sole che ride è il simbolo della nuova umanità ecologista. Nato in Danimarca nel 1975 come logo degli ambientalisti, il suo messaggio è un tuono reboante che scuote le coscienze degli uomini di buona volontà del terzo millennio. Non c’è incontro di vertice degli statisti, dal G Sette al G Mille, che non s’imperni sul tema “Salviamo la Terra”. In coro salmodiamo: il Pianeta sta morendo di morte innaturale, gli assassini siamo noi; se muore lui moriamo tutti; dobbiamo salvarlo, niente è più importante. A questa operazione ospedaliera destineremo una grande parte delle nostre risorse. Questa consecutio logica approda, manco a dirlo, a illimitati piani economici d’investimento. Le multinazionali vedono nel “green” la fonte dei loro futuri affari globali. Soffiano sul fuoco del terrore e operano come gruppi di pressione sui governi. In Italia, per fare un esempio, abbiamo costituito il ministero della “Transizione ecologica”: una locuzione oscura, ma d’effetto. John Kerry, eco-ambasciatore di Biden nel mondo, ha solennemente annunciato: «Rivoluzioneremo il clima». E il sole, che ride e se la ride, ha pensato: «Anche le pulci hanno la tosse».

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