Più donne, più pace
Caffè Scorretto
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P oniamoci una domanda: se al posto di Putin ci fosse una Putina sarebbe scoppiata la guerra? Questa, per essere precisi, è una sottodomanda. La domanda base, da cui scaturisce, è più generica: le donne dichiarerebbero la guerra? Ossia: se il mondo affidasse la sua gestione alle donne l’umanità vivrebbe in pace? Finirebbero gli scontri armati fra stati, nazioni, etnie e popoli? Gli arsenali atomici, giacimenti di forza distruttiva assoluta, sarebbero svuotati? Rileggendo la Storia dalle sue origini emerge che la politica, fonte di potere, è stata prerogativa maschile in tutte le culture e in ogni epoca. Con rarissime eccezioni. E in quei casi sporadici quasi mai le donne hanno cercato nella guerra le loro affermazioni. Quando comandano ascoltano più il cuore che la ragion di stato. Se la natura avesse predisposto una parità vera tra uomini e donne, come oggi con fatica stiamo ottenendo, forse il mondo avrebbe una faccia migliore. Proviamo a virare il potere al femminile. I tempi sembrano maturi per questo passaggio di consegne. Le donne al governo hanno già dato prova di abilità e saggezza. Con una Lady a Washington e una Putina a Mosca quasi certamente non sarebbe scoppiata la guerra d’Ucraina. Magari solo una baruffa tra l’inquilina della Casa Bianca e quella del Cremlino. Ma senza bombe.