Perduti nel centro
Caffè Scorretto
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S e l’osservazione del mondo esterno è perfettamente in linea con le vostre idee avete trovato finalmente “il centro di gravità permanente” che per il cantautore siciliano Francesco Battiato era lo stato dell’anima che non gli avrebbe mai fatto “cambiare idea sulle cose e sulla gente”. Anche Carlo Calenda e Matteo Renzi l’hanno sventolato, ognuno con la propria bandiera, dimenticando che il centro di gravità (im)permanente della politica italiana è crollato nel ’93 con la Democrazia Cristiana e che la resurrezione riuscì solo al Dio fatto uomo che non si chiamava Matteo e neppure Carlo. Dopo 34 anni i due, procedendo su binari divergenti ma opportunamente convergenti, erano certi di andare a fare lana e invece da quest’ultima tornata elettorale sono ritornati totalmente tosati. Ricordano certi innamorati complicati che si sono presi con finto amore e velocemente si sono lasciati con reale rancore: patetici e testardi. Insistono e rilanciano, da politici consumati giurano di chiamarsi fuori per restare ancora dentro, rinnovando un vecchio trucco della stravecchia politica. Carlo Calenda deve riprendersi dalla sonora batosta; annusa il campo, largo o stretto che sia purché ci sia. Matteo Renzi invece tira dritto convinto che i centristi saranno il perno attorno al quale ruoterà il Paese. Lui ci sarà: ultima fila, perso nel nulla che è il centro.