Meno male eccetera
Caffè Scorretto
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S arà per la distratta simpatia che un elemento abituale del paesaggio suscita sempre, o perché con una destra così destra un’opposizione servirà, ma questa sarebbe l’ora di volere un po’ di bene al Pd.
Il quale però purtroppo non collabora. E anzi si oppone all’affetto con una vivacità che da un soggetto in guzzantiana grossa crisi non ti aspetteresti. Letta, per dire, non è mai stato tanto assertivo e comandino come da quando si è dimesso (ma poi si è dimesso?). Altrettanto spiazzante il suo predecessore Zingaretti, che si dimise spiegando la propria vergogna per quanto fa schifo il Pd e ora, avendo rapidamente e silenziosamente elaborato il disgusto, siede in Parlamento sotto quelle insegne. E poi il vittimismo di Paola De Micheli, che è ferita da come il partito sta silenzia la sua autocandidatura e per denunciare questo complotto rilascia una lunga intervista al Cors era, notoriamente ultima spiaggia di ogni emarginato (e siccome una pagina con la congiura del silenzio non la riempi, rivendica ragioni potenti e idee nuove, ma nella foga scorda di confidarne almeno una).
E però forse c’è anche una provvidenza rossa, o almeno rosé. E quando sembra complicato trovare un motivo per sorridere al Pd, dai rumors sul governo salta fuori che per l’Economia gli azzurri puntano su Micciché. Ancora una volta, meno male che Silvio c’è.