Le conoscenze
A destra suona “complotto!”, a sinistra risponde “v’attenne!”. Gli utopistici del campo semi largo, come i cani di Pavlov che sbavavano al primo squillo del rancio, a giorni alterni pretendono le dimissioni “immediate” che regolarmente non ottengono. Non sempre anziché la luna guardano il dito ma a furia di insistere qualche volta la centrano. Nella storiella tra Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia, amica sicuramente e consulente forse, i “comunisti” andavano ascoltati; mettere fine all’accanimento terapeutico di un ministro politicamente già morto sarebbe stato un atto di cristiana carità. Così non è stato. Giorgia Meloni non raccolse l’assist perché, confidò ai suoi intimi, sarebbe stato mandare in gol la sinistra complottista e trinariciuta, sbagliando due volte. Primo perché sadicamente consegnò al pubblico martirio il ministro, secondo perché caricò “a balla” il fucile di chi è abituato a sparare due risate e una pernacchia. Era facile prevedere che la faccenda sarebbe finita con le dimissioni del ministro soprattutto dopo che anche i santi protettori non gradivano più le preghiere. San Giuliano “ospitaliere” non rispondeva all’auspicio del nome come San Gennaro all’appello di Troisi: “tu mi conosci, se mi potessi fare a grazia”. La conoscenza ha fatto l’effetto contrario e con la smorfia è arrivato il colpo di grazia: 58, o’ paccotto.