H anno fatto fare la cura dimagrante a Jessica Rabbit. L’eroina sexy del fumetto e del film di animazione ha perso peso, prosperosità, curve e abbondanza di seno. Non indosserà più il suo provocante abito da sera rosso senza spalline e generosa scollatura a cuore, spacco da vertigine sulla coscia destra, schiena nuda, guanti viola, tacchi rosa a spillo e lustrini. Un look che esaltava la sua straripante femminilità. I suoi creatori si ispirarono a dive del cinema americano che hanno colorato i sogni di alcune generazioni di spettatori. Jessica è un mix di Veronica Lake, Rita Hayworth, Lauren Bacall: alta, statuaria, corpo a clessidra sinuoso, movenze voluttuose. Le guardie etiche politicamente corrette, che avevano purgato la fiaba di Biancaneve, l’hanno condannata al rogo. La Disney, che ne detiene il marchio, non l’ha epurata ma solo emendata. Jessica vale milioni e, si sa, gli affari sono affari. Dalla lavanderia a gettone del moralismo fanatico è venuta fuori ridisegnata quanto basta per non suscitare nei maschi inverecondi pensieri. D’ora in poi sarà magra, senza curve pericolose, con trucco leggero, abiti collegiali. Una Donna Angelo simile a quella idealizzata dai poeti duecenteschi del Dolce Stil Novo. Per ora, rassicurano, non indosserà il burqa. Non siamo ancora del tutto talebani.

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