F inalmente scopriremo se l'Europa ci ama quanto Giorgia Meloni stima Matteo Renzi (e viceversa) o se mezze cartucce nostrane confondevano lo spread con lo spritz, i bond con i Buondì fino a comprimere il Recovery Fund in una succursale del Fatebenefratelli. Con Draghi la musica cambia, conosce la materia più di qualunque altro (con i soli timidi dubbi della parte grillina più descamisada). L'Europa incalza ma il Paese ha anche altri problemi con i quali l'ex presidente della Bce dovrà confrontarsi e scontrarsi. Bando alle illusioni, il banchiere non è un dio in terra e non risulta attratto dai miracoli “pani e pesci”. Preghiamo tutti i santi ma soprattutto si approfitti del fattore Draghi senza sfruttarlo ciascuno per sé e si metta a reddito il consenso clamoroso anche di chi dissentiva clamorosamente. Draghi è il Figaro rossiniano, tutti lo vogliono “donne, ragazzi, vecchi, fanciulle”. L'applauso non gli interessa e mai chiederà di “far largo al factotum della città”: è un cattolico e sa che un giorno parleranno le pietre. Intanto dovrà difendersi da farisei, mariuoli, saltimbanchi e prestigiatori. Ci fu un giornalista della tivù statale che si esibì camminando sui carboni accesi. Non è l'eccezione, è il simbolo. Presidente, c'è sempre qualcuno che soffia sul fuoco.

ANTONIO MASALA
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