D i come sarà la nostra vita post Covid sappiamo ormai tutto. Sono le famose linee guida. Molti di noi non rivedranno più le scrivanie dell'ufficio e sbrigheranno il lavoro da casa, grazie a computer e Internet. Lo chiamano smart working , come se prima fosse un lavoro stupido. In autobus ci sarà il numero chiuso (anche se non si è capito chi sarà il delegato alla conta), in treno ci si potrà salire solo con la prenotazione nominale e il nostro telefonino conterrà un'app che ci segnalerà un potenziale untore nei paraggi. Dei ristoranti poi ne vogliamo parlare? Tavoli distanziati e barriere in plexiglass. Presto ci diranno anche come frequentare le spiagge. App, ombrelloni a distanze siderali, bagni contingentati, tintarella a numero chiuso. Ai calciatori professionisti gli espertoni hanno detto tutto: si arriva al campo alla spicciolata, ci si fa la doccia a casa, si palleggia in solitario e negli allenamenti di gruppo - mi raccomando - non esageriamo con i contrasti e, per carità, evitate i faccia a faccia non infrequenti anche nelle partitelle tra compagni di squadra. Insomma, la nostra vita è stata pianificata per chissà quanti mesi. Ma esperti, virologi, epidemiologi, politici, psicologi e commentatori vari non hanno ancora risposto a una semplice domanda. Tra mascherine e distanziamento sociale, come faranno le persone a innamorarsi?

IVAN PAONE
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