Papale papale
U na volta un funzionario dei servizi segreti esperto in controinformazione disse che le notizie più importanti sono quelle seminascoste nelle pagine interne dei giornali. Col tempo ho capito che aveva ragione. Ma anche la grandezza di un uomo si può misurare da particolari quasi insignificanti. Che Papa Francesco sarebbe stato uno dei grandi della Storia lo si è capito da quel “buonasera” pronunciato dal balcone dopo l'elezione e dal nome scelto, simbolo di frugalità. Bergoglio aveva deciso che la Chiesa sarebbe dovuta tornare alle sue origini povere, rifuggendo dai cibi raffinati e dai sontuosi appartamenti a cui molti cardinali sono abituati. Questo grande Papa sta cercando di ridare alla Chiesa la sua dimensione autentica. E quindi trova naturale sollevare il telefono e chiamare il parroco di Quartucciu. Nei giorni scorsi Bergoglio è stato in Iraq, terra pericolosa, straziata da guerra e terrorismo. Ha rifiutato l'auto blindata, optando per la solita utilitaria. Arrivato a Naiaf per incontrare l'ayatollah Al Sistani tra centinaia di uomini della sicurezza e elicotteri che volteggiavano per scongiurare attacchi missilistici, Francesco (mi viene da chiamarlo così) sceso dalla sua Ford Focus si è girato e ha chiuso lo sportello. Non l'avevo mai visto fare da nessun potente o presunto tale.