“ M ai dire gol” è stata una delle trasmissioni televisive di culto. Con ironia, a tratti anche feroce, metteva a nudo le stramberie del mondo del pallone. Stranieri giunti in Italia accompagnati da squilli di tromba e poi rivelatisi bidoni, incredibili “papere” dei portieri, “gollonzi”, ovvero reti giunte per caso in seguito a rimpalli e strafalcioni tecnici, e, naturalmente, orrori nell'uso della lingua italiana da parte di presidenti, allenatori e calciatori. In questo campo il campionario è ricchissimo. L'ex presidente del Catania, il mitico Angelo Massimino, che poi tanto stupido non doveva essere se gli hanno intestato lo stadio della città, è passato alla storia con una frase celebre: «Nella vita c'è chi può e chi non può. Io può». E poi ordinò al direttore sportivo di comprare “l'amalgama” che - stando all'allenatore - mancava alla squadra. Tornando alla trasmissione della “Gialappa's Band”, straordinaria la risposta alla domanda di un giornalista del difensore della Roma Luigi Garzya: «Sono completamente d'accordo a metà col mister». L'uruguaiano Luis Suarez, in procinto di passare dal Barcellona alla Juve, ha necessità del passaporto italiano e per ottenerlo dovrà superare un piccolo esame di lingua italiana. Lo facessero ai calciatori italiani, a molti il passaporto verrebbe ritirato.

IVAN PAONE
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