L ’addio di Fabio Fazio alla Rai ha scatenato il solito vespaio. Si è parlato di censura, di nuovo editto bulgaro, di epurazione, eccetera eccetera. Fazio è da circa vent’anni che leva alto il suo lamento sui rapporti con la Rai. Tempo fa aveva anche sentenziato: «Basta, vado a Telemontecarlo». Salvo poi restare nelle confortevoli (e remunerative) braccia di mamma Rai. Adesso è finita. In sua difesa si sono schierati Lilli Gruber, Corrado Formigli, Giovanni Floris, Massimo Gramellini e Roberto Saviano. Nessuno di loro, nel ricostruire la vicenda, ha diffuso un particolare non di poco conto. Appartengono tutti, Fazio compreso, che nel frattempo ha firmato un contratto multimilionario con Discovery, alla scuderia di Beppe Caschetto, agente di giornalisti e artisti. Un’anomalia che dovrebbe essere vietata, dal momento che poi si arriva allegramente a inviti incrociati: giornalisti che invitano artisti alla propria trasmissione e viceversa. Naturalmente inviti estesi ai membri della stessa scuderia, quella di Beppe Caschetto, appunto.

Tutto ciò non è farina del mio sacco ma è stato denunciato dal comico Daniele Luttazzi. Lui sì vittima dell’editto bulgaro.

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