L icenziata in tronco con l’accusa di «cattivo spirito». A Madre Marie Ferréol, al secolo Sabine Baudin de la Valette, 57 anni, quella motivazione indecifrabile non è bastata per accettare con cristiana rassegnazione la sua espulsione dal monastero, in Bretagna, dove per 34 anni ha prestato onorato servizio. Nessuna spiegazione, nessuna buonuscita, nessun trattamento di fine rapporto. Troppo anche per una monaca votata al Signore. Pare che Madre Marie sia una “suora conservatrice”, non allineata con la Chiesa progressista di papa Bergoglio. La pia donna, dopo avere cercato di far valere i suoi diritti sul piano canonico, ha trascinato davanti alla giustizia civile il suo datore di lavoro. Che, nientemeno, è il Vaticano, rappresentato nella fattispecie dal potente cardinale Marc Ouellet, colui che ha adottato i drastico provvedimento. A lui ha chiesto la riassunzione in “azienda” e un maxirisarcimento per i danni materiali e morali subiti. Il giudice le ha dato ragione e ha condannato l’alto prelato a pagarle 226 mila euro. Una sentenza che comprova l’ingerenza di sindacati e giudici del lavoro tra altare e sacrestia. Non è vero, come sostengono certi semplicisti, che in Occidente non c’è più religione. La religione c’è, ma è stata deprivata, anche all’interno dei suoi apparati, del sacro e del divino. Sta diventando una religione laica.

© Riproduzione riservata