L'anno della tigre
C i sta dando la caccia una strana tigre.
È invisibile, crudele e velocissima: è arrivata dalla Cina in due balzi e mentre ancora ci chiedevamo da che parte scappare ci ha ferito a fondo e con facilità.
Ma appena ci siamo bloccati, ha rallentato e poi si è sdraiata. Se corri, ti insegue e ti sbrana. Se ti fermi si ferma anche lei. Ma ci vuol tempo per capirlo perché quando ti ferisce, ecco un'altra stranezza, lo squarcio appare solo dopo giorni e giorni. Quindi magari sei immobile da un po' e lei pure, ma d'improvviso riprendi a sanguinare.
Servirebbe un'arma per ucciderla e la stanno preparando, ma ci vorrà tempo. Servirebbe una frusta per tenerla a bada e addomesticarla un po', ma è in gran parte da inventare.
Certo, finché stiamo immobili sta immobile anche lei, ma così rischiamo di morire di inedia. E quindi stiamo cercando di capire se spostandoci pianissimo e con intelligenza, un passo dopo l'altro, possiamo ingannare la tigre e riprendere a muoverci. Per non morire mentre ci fingiamo morti.
L'unica certezza è che nessuno sopporta più i crampi né la fame. Ma se urliamo che ormai la tigre è alle spalle e ci mettiamo a trotterellare, siamo finiti. Perché la tigre, appunto, è alle spalle.
Chissà, raccontata così magari Trump no, ma almeno Renzi la capisce.
CELESTINO TABASSO