S i può giudicare come si vuole l'opposizione solitaria di FdI a Mario Draghi, per esempio una mossa politica coerente oppure una furbata per lucrare consensi durante un'emergenza. Più in generale si può giudicare come si vuole FdI in blocco, la sua linea sui migranti e sull'omofobia, le sue radici storiche, la sua leader Giorgia Meloni (magari senza definirla pesciarola o peggio come fece in radio l'indimenticato prof). Ciò che proprio non si può fare è fingere che FdI non sia all'opposizione. O che alla minoranza non spetti la guida delle commissioni di controllo su Rai e servizi segreti.

Non si tratta di un premio di consolazione per chi ieri ha perso le elezioni (che peraltro FdI non ha perso né vinto) ma di una garanzia per chi le perderà domani: puoi essere minoranza, ma nessuno userà la tv di Stato o l'intelligence contro di te senza che tu possa difenderti. La presidenza del Copasir andava ceduta a FdI subito dopo la fiducia a Draghi; se ora gli appelli a sbloccare la faccenda con dimissioni collettive dal comitato si rivelassero una futile astuzia (un peone che non si dimette e blocca tutto si trova sempre) sarebbe uno sfregio alla democrazia oltre che a FdI. L'opposizione è come il vaccino: non puoi sceglierti la marca, prendi quel che la storia ti manda e ringrazi che esista. In Italia un tempo non c'erano vaccini né opposizione. E non si stava bene.

CELESTINO TABASSO
© Riproduzione riservata