C hi mette l'auto in doppia fila - in via Bacaredda e in via Sonnino, per fare esempi non casuali - strozza il traffico. Anche se resta al volante in attesa che il passeggero torni da una commissione al volo, anche se «è solo per un minutino», che poi un minutino non è mai. Se un tale ha un'arteria ostruita, il medico non gli dirà che al 99,8% sta bene perché l'ostruzione è solo di due millimetri: gli dirà che il sangue non fluisce e ha difficoltà a irrorare il cervello (e questo forse spiega perché parcheggia così). Un'auto in doppia fila, soprattutto a pochi metri da un semaforo, manda in tilt un intero stradone e induce negli altri automobilisti pensieri poco natalizi se non pagani. Sarebbe bello se prima o poi un battaglione di ausiliari della sosta in assetto antisommossa e una panzer-division di carri attrezzi vendicassero l'onore di tutti i fessi - compreso chi scrive - che posteggiano bene. Nell'attesa, potremmo decidere che un terzo, o comunque una quota rilevante dei parcheggi di queste vie, sono gratuiti ma a tempo: lasci l'auto per un quarto d'ora e sbrighi la commissione, ma al sedicesimo minuto ti levi dai piedi. Ma se parcheggi e la lasci per ore, quando torni ti trovi una multa da cessione del quinto.

(Sì, a Natale dovremmo essere tutti più buoni e tolleranti. Ma oggi è ancora 10).

CELESTINO TABASSO
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