Il bilancio del girone di ritorno è in linea con le ultime della classe, come Pistoia e Pesaro. Il Banco di Sardegna è precipitato dal sesto all'undicesimo posto, a -4 dalla zona che garantisce gli spareggi per lo scudetto.

La sconfitta a Mestre contro Venezia per 98-90 è la quinta di fila di un gruppo che si è smarrito dopo l'infortunio al leader Bamforth. L'involuzione della difesa è però difficile da spiegare con la sola assenza di Bamforth, peraltro non un gran difensore.

Nel girone d'andata la squadra sassarese incassava quasi 83 punti di media (senza considerare i supplementari) e ne realizzava 88,6. Dopo il giro di boa la difesa biancoblù è diventata un colabrodo da 94,5 punti a partita, sempre senza considerare i supplementari.

Per compensare, l'attacco dovrebbe avvicinarsi ai 100 punti e invece ha perso qualcosina: quasi 86 punti realizzati. Certo, va considerata l'assenza di Bamforth e l'innesto di McGee e Carter, il cambio di allenatore e meccanismi da trovare in una squadra dove i difensori veri sono pochini. Però lascia perplessi la mancanza di aggressività e cattiveria già dall'inizio della partita; 57 punti presi a Torino nell'ultima gara di coach Esposito, 54 presi a Venezia.

Per non parlare dei parziali incassati in Coppa Italia che costringono ad affannose rimonte.

Un fatto è certo, a nove giornate dal termine, i margini di errore per rientrare nei playoff scudetto si sono assottigliati ed è doveroso chiedere qualcosa in più agli americani, soprattutto ai nuovi arrivati McGee e Carter, che finora hanno spostato poco o nulla. Urge poi recuperare Cooley, che appare in calo di condizione, mentale, prima ancora che fisica.
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