Rastelli 8,5: chiamato per riportare il Cagliari in A, ha compiuto la missione affidatagli. Sin qui i fatti e per questo merita il massimo dei voti. Le altre considerazioni vengono dopo ma non è peccato farle. Per esempio, non sempre è sembrato prendere le decisioni migliori. Sulla gestione del gruppo non si può dire nulla: bisognerebbe conoscere ciò che si agita all'interno dello spogliatoio. Certo è che non ha legato con l'ambiente. Da valutare il suo futuro.

Storari 8: calatosi nella realtà della B, ha dato al Cagliari il contributo che ci si aspettava. Da portiere e, quando è stato necessario, da capitano. Merita di restare anche in A.

Rafael, Colombo e Cragno 6,5: hanno lavorato e sudato in allenamento. Come gli altri, ma con meno soddisfazioni.

Pisacane 6,5: uomo di categoria, ha fatto ciò per cui è stato preso. Bene sulla fascia destra, meno come centrale, ruolo non suo.

Barreca 7: ragazzo di prospettiva, ha disputato qualche buona prova. Il problema è sapere se il suo futuro potrà essere ancora colorato di rossoblù.

Murru 6,5: grava sul ragazzo il peso delle promesse alimentate al suo esordio in A, che a volte sembra schiacciarlo. Era vera gloria? Non sempre lo ha dimostrato, ma la sua stagione è andata in crescendo per stabilizzarsi su un rendimento accettabile.

Balzano 7: non sempre continuo, ancora deficitario nei cross, ma probabilmente il migliore tra i quattro esterni che Rastelli ha alternato. Qualche macchia, ma nel complesso un campionato migliore di quello passato.

Salamon 9: la rivelazione della stagione, uno dei pochi che possono con certezza ambire a giocare da titolare in A. Testa e fisico da categoria superiore.

Ceppitelli 8,5: bravo e generoso, la sua assenza si è fatta sentire quando è mancato.

Capuano 6,5: poche presenze e tanto lavoro differenziato, ma quanto è arrivato il suo turno si è fatto trovare pronto.

Krajnc 6: non ha convinto ma ha dalla sua l'età ancora giovane. Da rivedere, anche se per la Serie A sembra acerbo.

Dessena 7,5: sino a quando ha giocato ha fatto la differenza a centrocampo. Dopo Brescia è stato il motivatore, l'uomo in più fuori dal campo.

Di Gennaro 7: doti tecniche da Serie A per questo regista che inspiegabilmente non è mai rimasto troppo a lungo nel massimo campionato. Molti problemi fisici, ha finito in riserva.

Fossati 7: si è diviso tra il ruolo di mezzala e quello di regista e quasi sempre ha fatto bene. Può e deve migliorare sul piano della personalità.

Colombatto 7: il terzo regista ha lasciato la Primavera per dare una mano al reparto. Cinque presenze e un futuro tutto da scrivere.

Deiola 8: a vent'anni il sangavinese ha giocato una stagione di grandi promesse. È tra le belle sorprese di questo Cagliari e merita fiducia. Può crescere e proporsi anche in A.

Barella 7,5: il Cagliari l'ha prestato al Como per fargli trovare continuità, non certo per scartarlo. Sino a gennaio era andato benissimo.

Munari 7: a volte indecifrabile, ma il suo contributo l'ha dato, eccome. Peccato per l'espulsione che ha chiuso anzitempo la sua stagione.

Cinelli 5,5: ha deluso, forse perché è arrivato a Cagliari con aspettative molto alte. Non ha mai fatto la differenza.

Tello 7: giovanissimo, molto talentuoso. La rovesciata di Lanciano e l'aggressione subita a Salerno lo hanno fatto entrare nel cuore dei tifosi. Peccato non sia del Cagliari.

Joao Pedro 8: uno di quelli che avrebbero dovuto fare la differenza. E l'ha fatta molto spesso. Per farlo anche in Serie A però dovrà curare i propri difetti.

Farias 8: il top scorer rossoblù va valutato per ciò che ha fatto, non su quello che potrebbe fare. Quando si è "acceso" non ce n'è stato per nessuno.

Marco Sau 7: non la sua migliore stagione dal punto di vista fisico, ma ci ha sempre messo il cuore.

Federico Melchiorri 8: il centravanti per la Serie A, dotato di qualità eccellenti, anche se il suo bottino è inferiore alle possibilità che ha lasciato intuire. Peccato per il grave infortunio.

Niccolò Giannetti 7,5: un altro lusso per la categoria. A 25 anni ancora da compiere può migliorare. Ha disputato una stagione in crescendo.

Alberto Cerri 6,5: ha diciannove anni e tutte le attenuanti del mondo. Ma quando è stato chiamato in causa ha sempre cercato di svolgere l'ingrato compito di far salire la squadra. Potrebbe essere un bluff o un campione. Lo diranno le prossime stagioni.
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