Le umili origini da pastorello di Ollolai, l'emigrazione in Germania negli anni '60, la passione per il pugilato e il body building fino al successo di Mister Olimpia, unico italiano nella storia ad aver guadagnato il titolo che lo porterà a vivere a Los Angeles negli anni '70 al fianco del suo amico storico, Arnold Schwarzenegger.

Infine la morte improvvisa a 78 anni, nell'agosto del 2019 a San Teodoro, e il seppellimento nel cimitero del suo paese tanto amato, Ollolai.

La straordinaria vita di Franco Columbu è al centro del nuovo documentario su cui è al lavoro il regista cagliaritano Maurizio Loi e che oggi ha avuto il primo ciak proprio in Sardegna.

La pellicola è prodotta da Terra De Punti di Salvatore Cubeddu e Maurizio Loi, sostenuta dalla Regione sarda e dal Comune di Ollolai e dalla Fondazione Sardegna Film Commission.

"Abbiamo iniziato oggi perché a Ollolai si svolge un'importante festa con la processione in onore di San Bartolomeo, a cui Franco non rinunciava mai di partecipare nonostante l'enorme distanza che lo separava dal suo paese - spiega il giovane filmaker sardo - Raccoglieremo le testimonianze, gli aneddoti, cattureremo i riti della festa e fotograferemo gli scorci che hanno fatto da sfondo alla sua vita paesana. Con la mia troupe resteremo a Ollolai una decina di giorni poi, situazione sanitaria permettendo, ci trasferiremo a Monaco di Baviera e a Los Angeles, dove Franco ha passato gran parte della sua vita e dove raccoglieremo altri tasselli di un puzzle che intendiamo comporre, in onore di questo lavoratore e sportivo sardo che rappresenta l'emblema di quella Sardegna degli anni '60 che emigrava alla ricerca di una vita migliore".

Nonostante il difficile momento per il settore cinematografico, Loi è riuscito a mettere insieme le risorse necessarie per il film, spinto dalla propria ammirazione per l'atleta di Ollolai. "Ho conosciuto Franco sin da quando ero bambino - racconta ancora il regista - leggendo la storia del sardo più forte del mondo che faceva scoppiare la borsa dell'acqua calda con la forza dei polmoni soffiandoci dentro".

"Avendo sempre tenuto i contatti con lui e avendo studiato regia, ho deciso di portare avanti questo documentario e lo volevo fare proprio con Franco", svela poi. "Lo avevo incontrato qualche mese prima della sua morte e lui era entusiasta del progetto, principalmente perché voleva raccontare ai giovani del suo paese la sua storia che sperava fosse di esempio per tutti loro".

"Non abbiamo fatto in tempo purtroppo - chiude Loi - ma il progetto andrà avanti sia per esaudire il suo desiderio sia per lasciare una traccia nella storia di questo sardo straordinario".

(Unioneonline/v.l.)
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