Fra direttive europee e proposte di legge sulle discriminazioni di genere, continua a ritmi serrati l'attività del deputato sardo Mario Perantoni (M5s): dopo aver "spaccato" la maggioranza con un emendamento sulla riforma della prescrizione, ed essere intervenuto ieri in Aula per denunciare la cementificazione delle coste sarde, il deputato sassarese ha assunto ora un ruolo di rilievo nelle commissioni riunite Giustizia e Finanze, dove ieri è stato nominato relatore per l'esame del dlgs di attuazione della direttiva europea (UE 2017/1852) sulle controversie comunitarie in materia fiscale. Sempre ieri la commissione Giustizia, recentemente impegnata nell'esame di una serie di proposte di legge in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, ha approvato l'abbinamento di un atto firmato dal deputato sardo sullo stesso tema, che quindi sarà esaminato insieme al pacchetto di provvedimenti già assegnati. Come relatore per la II commissione, Perantoni avrà dunque un ruolo centrale nel condurre i lavori delle commissioni riunite Giustizia e Finanze sull'esame del decreto di attuazione della direttiva Ue 2017/1852: si tratta, nel dettaglio, della cosiddetta Direttiva DRM (Dispute Resolution Mechanism), volta a garantire l’effettiva risoluzione delle controversie relative all’interpretazione e all’applicazione delle convenzioni fiscali bilaterali e della convenzione sull’arbitrato dell’Unione, con particolare riferimento alle doppie imposizioni. Nell'aprire in lavori in commissione, il deputato ieri ha ricordato ai colleghi che il testo, emanato in attuazione della norma di delega contenuta nell'articolo 8 della Legge di delegazione europea 2018, avrebbe dovuto essere recepito entro il 30 giugno 2019. Un termine che però non è stato rispettato: per questo motivo, nel Pacchetto di infrazioni di novembre 2019, la Commissione europea ha comunicato di voler inviare all'Italia (ma anche a Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Lussemburgo e Spagna) pareri motivati per la mancata comunicazione del recepimento. Se l'Italia e gli altri Stati membri citati "non si attiveranno entro 2 mesi dalla data di comunicazione del parere" ha ricordato Perantoni ai colleghi presenti, "la Commissione potrà decidere di deferire la questione alla Corte di giustizia dell'Unione europea".

© Riproduzione riservata