Monumenti millenari, scolpiti nel tempo da vento, mare e pioggia: nell'Isola museo al centro del Mediterraneo se ne possono ammirare a centinaia. Ovunque. E senza pagare un euro. Che siano archi di pietra calcarea sferzati dalle onde, o picchi di basalto immersi nelle foreste più incontaminate. Fino agli scherzi della natura che hanno trasformato nel corso dei millenni informi massi in sculture somiglianti a orsi o elefanti.

I testi tecnici li chiamano “monumenti naturali”, meritevoli anche per le norme regionali di essere «conservati nella loro integrità». Perché, anche se la loro esistenza è casuale, non lo è il valore storico e turistico acquisito nel tempo.

Prendiamo per esempio una delle perle del Montiferru: sul mare di Cuglieri si affaccia da tempi immemori S'Archittu, un arco dal colore bianco avorio alto una quindicina di metri che si tuffa in acqua chiudendo un piccola baia. È il risultato della violenta azione delle onde che ha fatto crollare il tetto sul fondo di una antica grotta di erosione marina. Poco più a sud, nella vicina penisola del Sinis si può invece ammirare anche l'Arco di Su Tingiosu, nel cuore del Parco naturale del Sinis- Montiferru. Segnale di confine tra la parte collinare e montana del Montiferru con quella pianeggiante e costiera del Sinis.

Lo zoo di pietra

La fantasia di Madre Natura è infinita. Lo si capisce ripercorrendo verso nord la costa sarda che guarda la Corsica al cospetto del Capo d'Orso di Palau, il promontorio granitico esposto per buona parte dell'anno a tutti i venti. Da qui di possono vedere Capo Ferro, l'Arcipelago della Maddalena e la Francia. L'erosione determinata del vento e da fattori fisico-chimici ha prodotto la famosa Roccia dell'Orso, una possente scultura naturale che ha proprio la forma del plantigrado con lo sguardo rivolto verso il mare.

Entroterra

Tornando nell'Oristanese, nei territori dell'interno, e più precisamente a Masullas, ci si imbatte in Su Corongiu de Fanari. Un rilievo che gli studiosi definiscono un mega pillow, cioè un gigantesco cuscino di lava andesitica formatosi 23 milioni di anni, il più grande che si conosca al mondo con i suoi dodici metri di diametro e undici e mezzo di altezza. Spostandoci verso Galtellì, ad appena due chilometri e mezzo dall'abitato, è impossibile non scorgere la cosiddetta Petra Istampata, una grande parete alta circa 40 metri con un foro quasi perfettamente circolare nella parte superiore; si trova ad un'altezza di 636 metri nel settore meridionale del Monte Tuttavista. Da qui il visitatore può apprezzare il vastissimo panorama sulle Baronie, sui massicci del Supramonte e sul grande arco del Golfo di Orosei.

Per avere poi la conferma di quanto sia antica la nostra Isola basterebbe dirigersi a Nureci per visitare Muru Cubeddu, un giacimento di fossili che si trova a circa un chilometro dall'abitato.Qui affiorano rocce sedimentarie di ambiente marino risalenti al Miocene, che documentano in modo esemplare gli eventi geologici e paleontologici che hanno interessato il Sarcidano e la Marmilla, e quindi buona parte della Sardegna centro meridionale. In alcuni tratti la presenza di fossili è straordinariamente abbondante con alghe, molluschi, ricci di mare e pesci.
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