Che la situazione sia grave ed estesa a livello globale pare non esserci più alcun dubbio. È infatti la prima volta che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rende note delle linee guida sull'attività fisica, l'atteggiamento sedentario, il tempo di esposizione allo schermo e il ritmo del sonno per i bambini sotto i cinque anni.

Linee guida che sono state presentate al ventiseiesimo Congresso europeo sull'obesità che si è tenuto a Glasgow. Stili di vita ritenuti dannosi, fin dalla più tenera età, possono costituire un imprinting negativo che si ripercuoterà sulle fasi successive della vita adulta, come - è facile intuire - in riferimento alle complicazioni legate al progressivo discostarsi dal peso forma.

Per i neonati

Gli esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità suggeriscono di dedicare all'attività fisica - per i bambini da zero a un anno - più momenti nel corso della giornata (con almeno mezz'ora di esercizio stesi sul ventre). Ore impiegate per l'attività fisica che diventano almeno 3 dopo il primo anno, con l'introduzione di una tipologia di esercizi di maggiore intensità. Le ricerche dell'Oms hanno infatti evidenziato che oltre il 23 percento degli adulti e l'80 percento degli adolescenti sono vittime di abitudini troppo sedentarie. Restare fermi davanti a uno schermo - che si tratti della televisione, del PC o del tablet (anche quando si è intenti a usare un videogioco) - è sconsigliato al di sotto dei 2 anni, mentre non si dovrebbe superare un'ora di esposizione fra i 2 e i 4 anni (meglio se il tempo è inferiore). Le ore di sonno per garantire un riposo soddisfacente variano tra le 14 e le 17 per i bambini da 0 a 3 mesi (inclusi i sonnellini), per poi ridursi (fra le 12 e le 16 ore) nella fascia compresa tra i 4 e gli 11 mesi. I bimbi fino a 2 anni hanno bisogno di 11-14 ore di sonno; una porzione di tempo che si assottiglia ulteriormente fra i 3 e i 4 anni, giungendo a una media compresa fra le 10 e le 13 ore. Non devono invece rimanere fermi nella stessa posizione, per più di un'ora di tempo (come ad esempio nelle carrozzine o legati ai seggiolini dell'automobile), i piccoli di età inferiore a un anno - una disposizione che si mantiene inalterata anche negli anni successivi.

Elettronica

Da un'analisi accurata di queste direttive emerge in modo preponderante un interrogativo: è davvero l'opzione migliore vietare del tutto l'utilizzo di device elettronici nei bambini sotto i due anni? Anche alla luce del fatto che lo screen time (ovvero l'esposizione a uno schermo) non varia solo sotto il profilo della quantità ma anche della qualità. Esistono diversi programmi interattivi (talvolta ideati per favorire il movimento), che in certi casi contemplano anche l'interazione degli adulti; ben diversa è l'esposizione passiva, in solitudine, di fronte a contenuti inadatti se non addirittura diseducativi.

Questionario

Il Royal College of Paediatrics and Child Health britannico ha preparato un questionario per aiutare i genitori ad orientarsi meglio: lo screen time interferisce con il sonno o con altre attività importanti? È accompagnato dal consumo di cibo e bevande fuori pasto (il cosiddetto snacking)? Si riesce a non sforare i tempi di esposizione previsti? In caso di risposte affermative si può stare certi di essere sulla buona strada. Anche se poi, come sottolinea Juana Willumsen, responsabile Oms per la lotta contro l'obesità e l'attività fisica nei minori: «Ciò di cui abbiamo realmente bisogno è riportare i bambini al gioco».

Luca Mirarchi

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