"La scorta a Roberto Saviano? Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all'estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani. Intanto, gli mando un bacione".

Con queste parole Matteo Salvini, ospite a microfoni di Agorà su Rai3, ha innescato un nuovo polverone nel mondo politico.

A tuonare contro il ministro dell'Interno è stato, innanzitutto, il Partito democratico.

Ettore Rosato, vicepresidente della Camera, ha parlato di "minacce inaccettabili" rivolte a un uomo "che ha contribuito a far luce su un sistema criminale pervasivo e pericoloso".

"Salvini - ha aggiunto Rosato - continua ad interpretare il ruolo di ministro in modo arrogante e per le sue campagne personali. La scorta a Saviano, come lui stesso raccontò, non è una concessione ma la protezione che lo Stato deve garantire a chi minacciato per avere combattuto mafia e camorra".

Sdegno è stato espresso anche da Leu, attraverso l'ex presidente del Senato (ed ex magistrato) Pietro Grasso ("Non vogliamo altri Pippo Fava, Peppino Impastato, Mario Francese, Cosimo Cristina, Giovanni Spampinato, Mauro De Mauro, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Giuseppe Alfano") e per voce di Roberto Speranza di Leu, che ha twittato la sua "solidarietà a Roberto Saviano" contro quella che ha definito "una minaccia inaccettabile" che "ha il profumo di ritorsione".

Il riferimento è alle posizioni estremamente critiche espresse dall'autore di "Gomorra" nei confronti del leader della Lega, in tema di immigrazione e non solo.

Vedasi la proposta sul censimento dei rom, a proposito della quale lo scrittore ha commentato, su Facebook: "Oggi qualcuno, con grandi responsabilità di governo, ha parlato senza mezzi termini di deportazione dei rom e nessuno dei suoi alleati ha ritenuto opportuno prendere le distanze da questo abominio". Incalzando: "Prendiamone atto, non esiste più un Ministero degli Interni, ma un nuovo dicastero: quello della Crudeltà".

Al culmine della ridda di polemiche, Salvini ha poi fatto una parziale marcia indietro. Precisando:

"Saviano? Figuratevi se mi interessa quello che fa Saviano, non sono io a decidere sulle scorte, ci sono organismi preposti. Continui a pontificare, lui è l'ultimo dei miei problemi".

In serata, durissima, è arriva la replica di Saviano.

"Secondo te Salvini sono felice di vivere così da 11 anni? Credi di minacciarmi, che possa avere paura di te? Buffone", ha detto, in un video sui social, lo scrittore. Aggiungendo: "Salvini ha come nemici i migranti, i rom, le persone del sud Italia insultate fino a due minuti prima di chiedere i voti. Sono felice di essere fra i suoi nemici sui quali fa propaganda politica".

Ancora: "Salvini ci dica dove sono i 50 milioni della maxi truffa fatta dalla Lega con i rimborsi elettorali. Prima restituisca i soldi poi parli del denaro degli italiani".

E poi un'altra stoccata: "Salvini è il ministro della malavita. È stato eletto in Calabria ed in un suo comizio a Rosarno in prima fila c'erano uomini della cosca Pesce. Lui, da codardo, non ha detto niente contro la 'ndrangheta dicendo che il problema era la baraccopoli. Non si ricorda dei legami fra Lega Nord e 'ndrangheta".

"Non ho alcuna intenzione di diventare un martire - chiude Saviano - ora bisogna dialogare, non con Salvini ma con chi lo ha votato e lo sostiene".

(Unioneonline/l.f.)

LA REPLICA DI SAVIANO -

SALVINI, LINEA DURA SUGLI IMMIGRATI:

© Riproduzione riservata