Nuovo scoglio per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo la fiducia ottenuta per un soffio al Senato in seguito alla crisi aperta dai renziani di Italia Viva.

Tra mercoledì e giovedì arriverà infatti in aula la relazione sulla Giustizia del Guardasigilli Alfonso Bonafede e l'esecutivo è ancora a caccia dei numeri per non soccombere. Gli scenari sono molteplici.

Se la maggioranza andasse sotto Conte sarebbe di fatto costretto a dimettersi e, spiegano fonti parlamentari, a quel punto il Colle non gli darebbe un incarico esplorativo.

Per questo in molti pensano che il premier potrebbe rassegnare le dimissioni a inizio settimana, con l'intento di dare avvio a una crisi "pilotata" che possa portare a un Conte ter con nuovi assetti e nuovi accordi.

Il gruppo dei renziani ha provato nuovamente a tendere una mano all'avvocato pugliese, che dal canto proprio non sembra intenzionato a ricucire con Italia Viva o meglio: sarebbe disposto a ricucire con i renziani a patto che "mollino" Renzi.

Il Pd al momento rimane alla finestra, ma secondo indiscrezioni il segretario Nicola Zingaretti non sarebbe contrario a uno scenario che porti al voto. Nel Movimento 5 Stelle, invece, qualcuno sarebbe pronto a far rientrare Iv.

E poi resta in piedi anche l'ipotesi di un nuovo governo "tecnico" guidato da un altro presidente del Consiglio.

Infine, la pista che porta a Forza Italia: si parla di alcuni "volenterosi" azzurri (tra i sette e i 15 parlamentari) disponibili a dare appoggio a Conte, in cambio del sacrificio di Alfonso Bonafede e di altre due "concessioni". Ovvero: contribuire alla stesura della nuova legge elettorale proporzionale ed eleggere "assieme" il successore di Sergio Mattarella.

Più remota, invece, appare la strada del mero rimpasto di ministri.

Nelle prossime ore, insomma, Conte e quel che resta della maggioranza si giocano molto, per non dire tutto.

(Unioneonline/l.f.)
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