"Per uscire da questa crisi e per portare l'Italia sulla frontiera dello sviluppo europeo e mondiale occorrono un progetto chiaro, condiviso e coraggioso per il futuro del Paese, che permetta all'Italia di ripartire rimuovendo gli ostacoli che l'hanno frenata durante l'ultimo ventennio. Che Paese vorremmo tra dieci anni? Da questa domanda è partita la riflessione del Governo. Dietro al ritardo italiano ci sono problemi strutturali noti, ma mai affrontati con sufficiente determinazione. Questo è il momento di farlo". Lo scrive il premier Giuseppe Conte nella premessa della bozza del Recovery Plan.

"Per l'Italia in particolare, oltre a recuperare il terreno perduto con la crisi pandemica, si tratta di voltare pagina rispetto al passato. Non possiamo permetterci di ritornare allo status quo precedente a questa crisi. L'Italia da oltre 20 anni fatica a tenere il passo delle altre economie avanzate. Il nostro Paese da tempo sconta tassi di crescita del prodotto e della produttività significativamente inferiori a quelli delle altre maggiori economie avanzate e insufficienti per garantire un miglioramento significativo del benessere dei suoi cittadini", scrive Conte nella bozza.

"Vogliamo un Paese moderno, innovativo dotato di una pubblica amministrazione efficiente e moderna, in cui possano operare imprese innovative e sempre più competitive, un Paese con infrastrutture sicure, tecnologicamente all'avanguardia, che sfruttino tutte le potenzialità offerte dalla rivoluzione digitale", scrive ancora il capo del governo.

Per la riforma fiscale "si ritiene che l'esigenza sia ora di concentrare le risorse disponibili per ridurre prioritariamente la pressione fiscale sui redditi medi" dopo essere intervenuti sui lavoratori con reddito fino a 40mila euro: "Ora dobbiamo intervenire a favore dei lavoratori (sia dipendenti sia autonomi) con un reddito medio, ovvero orientativamente tra 40 e 60mila euro, perché si tratta della fascia che oggi sconta livelli di prelievo eccessivi rispetto ai redditi ottenuti", si legge nella bozza.

"La riforma fiscale che abbiamo in mente e i cui principi e criteri saranno presentati con il disegno di legge delega che il Parlamento sarà chiamato ad esaminare risponderà, da un lato, all'esigenza di definire una riforma organica del nostro sistema fiscale e, dall'altro, alla necessità che il disegno riformatore possa essere attuato nei tempi previsti per la fine della legislatura". "Abbiamo pensato innanzitutto a una riforma dell'IRPEF, perché è l'imposta principale, interessa circa 41 milioni di contribuenti (dichiarazioni 2019 riferite all'anno di imposta 2018), e perché è quella che mostra più di ogni altra evidenti problemi di inefficienza, iniquità verticale e orizzontale e mancanza di trasparenza".

La delega fiscale "avrà inoltre l'obiettivo di riordinare le spese fiscali e la tassazione ambientale. Sono questi due interventi che potranno completare il disegno di riforma dell'Irpef con benefici in termini di efficienza, equità e trasparenza e che sono diventati ancor più prioritari all'interno del nuovo disegno strategico ispirato a logiche di sostenibilità ambientale e sociale che guiderà la politica ec(onomica italiana ed europea per i prossimi decenni".

(Unioneonline/F)
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